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Mercoledì 05 Novembre 2008
Usa 2008/ Obama prepara squadra per il passaggio dei poteri
Usa 2008/ Obama prepara squadra per il passaggio dei poteri Bush lo aiuterà: "Orgoglio per l'America". Primo nome: Emanuel
New York, 5 nov. (Apcom) - Nel suo primo giorno da presidentedegli Stati Uniti in pectore, Barack Obama si è concesso unlusso, ha fatto colazione con le figlie, Sasha e Malia, nella suacasa di Chicago, di mercoledì mattina. è capitato spesso negliultimi due anni di frenetica campagna elettorale, prima contro larivale democratica Hillary Clinton poi contro il repubblicanoJohn McCain. Più tardi, con la tutta da ginnastica, gli occhialida sole e il cappellino da baseball è andato in palestra. Ma gliingranaggi per la transizione dei poteri tra il presidenteuscente, il repubblicano George W. Bush e Obama, la sua nemesi,il suo opposto, sono già in moto. E' un processo delicatissimo,la transizione: Bill Clinton, nel 1992, sbagliò tutto,cominciando il suo primo mandato con il piede sbagliato.Obama, molti nel suo staff lo hanno sottolineato nelle ultimesettimane di campagna elettorale, era ansioso di cominciare afare sul serio, di smettere di fare un candidato per fare ilpresidente. La composizione della squadra di governo sarebbe giàin parte decisa e il nome del prossimo capo di gabinetto dellaCasa Bianca già individuato. Sarà Rahm Emanuel, deputatodemocratico dell'Illinois, ex collaboratore di Clinton, amico diObama. A fine settimana ci sarà la prima conferenza stampa ma lalista dei ministri non ci sarà ancora.Obama si è tolto la tuta e messo un vestito ma niente cravattaper incontrare il suo staff e ringraziare in una conference callgli artefici della sua storica vittoria, in centinaia diavamposti, in tutto il Paese, comprese le roccaforti repubblicaneche ha espugnato, dal Colorado alla Virginia.Oltre a Emanuel ad occuparsi della transizione saranno JohnPodesta, ex capo di staff di Clinton, e due stretti collaboratoridel senatore di Chicago, Valerie Jarrett e Pete Rouse. DanPfeiffer, il direttore delle comunicazioni della campagnaelettorale, rivestirà lo stesso ruolo nella fase di transizione eStephanie Cutter, una ex pupilla del senatore di Boston TedKennedy, sarà la sua portavoce.Oggi intanto sono cominciati anche i briefing segretissimi deivertici dell'intelligence sui pericoli che corre l'America: daoggi Obama riceverà le stesse informazioni del presidente incarica. Bush, dopo la telefonata di congratulazioni di questanotte, è tornato a parlare della vittoria "impressionante" diObama, garantendo "piena cooperazione" nel periodo ditransizione, che durerà 76 giorni, fino alla cerimonia diinsediamento, il 20 gennaio del 2009.Bush ha invitato Obama e la sua famiglia alla Casa Bianca, invisita: "Gli americani possono essere orgogliosi - ha detto -perché questa notte è stata scritta una nuova pagina di storia".Già: ancora una volta non è Obama a parlare dell'immensosignificato della sua vittoria, ma chi gli sta intorno.Parole di stima sono arrivate anche dal segretario di StatoCondoleezza Rice, che è rimasta in disparte nel corso dellacampagna elettorale. E il suo predecessore, l'ex generale ColinPowell, che aveva appoggiato la candidatura di Obama, in unaintervista alla Cnn da Hong Kong ha confessato di esserescoppiato in un pianto di gioia quando è stata annunciata lavittoria.Una vittoria schiacciante, che sposta gli equilibri politicidell'America, spaccata in due metà quasi uguali e inconciliabilisia nel 2000 che nel 2004. Obama ha vinto (ma lo scrutinio non èancora finito) con il 52,3 per cento dei voti contro il 46,4 percento di McCain. Obama ha vinto dove nessun democratico l'avevaspuntata dal 1964, l'anno di Lyndon Johnson, spinto dall'ondaemotiva dell'assassinio di Jfk. Ha strappato ai repubblicani laVirginia, l'Indiana, ha stravinto in Iowa, conquistato ilColorado e i grandi Stati dell'Ovest come il Nevada e il NewMexico, conquistando l'elettorato ispanico che quattro anni fa siera avvicinato ai repubblicani. Ha vinto gli Stati incerti perantonomasia, l'Ohio e la Florida, conquistando roccafortirepubblicane come Tampa e Orlando, o Cincinnati. Persino negliStati che ha perso, dal Kentucky al Texas, alla Georgia, Obama èandato fortissimo. Prima di lui solo Ronald Reagan era riuscito amescolare allo stesso modo le carte politiche dell'America, astravolgere gli equilibri tra i partiti.Sull'altro fronte, quello repubblicano, le recriminazioni sonocominciate come sempre accade: con la promessa di non farerecriminazioni. Su tutti quella della ex candidata alla vicepresidenza, la governatrice dell'Alaska Sarah Palin, ladebuttante della politica che molti repubblicani considerano laseconda ragione della batosta elettorale. La prima? "It's theeconomy, stupid".
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