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Mercoledì 29 Ottobre 2008
Usa 2008/ Obama avanti: ma dei sondaggi ci si può fidare?
Usa 2008/ Obama avanti: ma dei sondaggi ci si può fidare? Per McCain si ripeterà vicenda Truman-Dewey del 1948
New York, 29 ott. (Apcom) - I sondaggi non sono fatti, non vannopresi per oro colato e questa è una verità di tutte le elezioni,comprese quelle per la Casa Bianca. Tuttavia, quanto lerilevazioni siano accurate rimane sostanzialmente un mistero chesi svelerà solo il 4 novembre, quando saranno contati i voti e leurne daranno il loro verdetto. La questione è tutt'altro chescontata, anche se è normale che il candidato in svantaggio, inquesto caso il senatore dell'Arizona John McCain, punti l'indicecontro la scarsa affidabilità dei sondaggi e quello avanti, ildemocratico Barack Obama, li utilizzi come leva per ampliare lapropria base di consenso.I precedenti non mancano: nel 1948 i sondaggisti rimasero con unpalmo di naso quando Harry Truman strappò la vittoria alrepubblicano Thomas Dewey, dato per superfavorito alla vigilia.Se sono in molti nello staff di McCain a prevedere una riedizionedel ribaltone di sessant'anni fa, sembrano essere molti meno glianalisti convinti che una situazione del genere possaripresentarsi. Come spiega il Washington Post, oggi un erroreclamoroso come quello del 1948 è improbabile: in quell'occasionele rilevazioni si fermarono una settimana prima del voto,ignorando dunque il picco di consensi dell'ultima ora neiconfronti di Truman, oggi i sondaggi sono condottiquotidianamente e fino al giorno del voto.Tuttavia, il dubbio rimane, alimentato in primo luogo dalleevidenti altalene dei margini di vantaggio e dalle discrepanzetra le varie indagini. La media dà Obama avanti di 5,9 punti,nella mattinata il distacco era di 6,3 punti, ma i singolisondaggi danno numeri molto diversi tra loro, con una forchettache varia da quindici a due punti. Secondo lo staff di McCain, isondaggi partono dal presupposto, sbagliato, il numero di nuovielettori tra giovani e afroamericani, due categorie di elettoriche sembrano favorevoli a Obama, sarà esponenzialmente alto,ignorando invece il buon afflusso alle urne atteso da parte deisostenitori repubblicani.A mescolare ulteriormente le carte c'è anche il cosiddettoeffetto Bradley, ovvero la ritrosia degli elettori bianchi avotare per un afroamericano e la loro propensione a dichiararenei sondaggi una cosa diversa da quella che poi effettivamentefaranno nel segreto dell'urna. Tom Bradley, sindaco afroamericanodi Los Angeles, durante la corsa per diventare governatore dellaCalifornia nel 1982, vide sparire l'enorme vantaggio che avevanei sondaggi cedendo la vittoria al rivale repubblicano, bianco,George Deukmejian (ma c'è chi dice che altri sondaggi avevanopredetto la verità: l'errore sarebbe stato dei metodi sbagliatidi alcuni istituti).Infine va notato che il "margine di errore" indicato di solitonei sondaggi è solo uno dei due possibili "errori" di cuisoffrono questo genere di rilevazioni (e che può includerefattori variabili quali la rappresentatività del campione e lasincerità delle risposte). L'altro è legato alla grandezza o"copertura" del campione scelto; definisce l'affidabilitàintrinseca del sondaggio stesso, ovvero che il valore finale siaeffettivamente compreso tra i valori minimo e massimo stimati.In particolare, tale errore sarebbe nullo se il campione fossedel 100%, cioè se venissero interrogati tutti gli elettori: uncaso certamente non pratico, dato che non si tratterebbe più difare una previsione quanto di condurre una simulazione; esistequindi la possibilità - di solito compresa fra l'1% e il 5%, aseconda della grandezza del campione: più persone vengonointerrogate, minore l'errore - che il valore finale siacompletamente diverso da quelli previsti dal sondaggio.In altri termini, se ad esempio un sondaggio prevede unapercentuale di voti per un candidato del 40% con un margine dierrore del 3%, ciò significa che vi sono (nel caso peggiore dicui sopra) 95 probabilità su 100 che la percentuale effettiva siacompresa fra il 37% e il 43%; nelle restanti avrà invece unvalore diverso e non prevedibile.
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