Usa 2008/ NyTimes, inchiesta razzismo: danneggerà Obama alle urne

Usa 2008/ NyTimes, inchiesta razzismo: danneggerà Obama alle urne Se ne parla poco, ma il problema resta reale

New York, 15 ott. (Apcom) - I candiati alla presidenza neparlano poco, e in campagna elettorale la questione è tornata inprimo piano solo di recente dopo alcuni espliciti episodi dirazzismo avvenuti durante i comizi del ticket repubblicano diJohn McCain. Che influenza avrà il colore della pelle di BarackObama al voto del 4 novembre? Oggi il New York Times cerca didare una risposta a questa domanda con una lunga inchiestaspeciale, nella quale ha chiesto agli elettori di vari Stati diparlare apertamente dei loro pregiudizi e di come il fattorerazza inciderà nella loro decisione alle urne.Il quotidiano giunge alla conclusione che il problema esiste,come d'altra parte aveva già suggerito un sondaggio condottodall'Associated Presse e Yahoo News in settembre, secondo ilquale il colore della pelle sarebbe costato almeno sei puntipercentuali al senatore democratico il 4 novembre; il sondaggioaveva rilevato che la maggior parte degli elettori, anchedemocratici e indipendenti, nutrono ancora pregiudizi neiconfronti degli afro-americani. Il Times sottolinea che l'impattopotrebbe essere ancora maggiore, dal momento che le personeintervistate per i sondaggi spesso sono riluttanti ad ammettere iloro sentimenti.Probabilmente la verità si saprà solo il giorno del voto. In ognicaso il fattore razza non è da sottovalutare, soprattuttoconsiderando che in molti stati cruciali Obama e McCain sonoseparati solo da un sottile margine."Se fosse bianco, vincerebbe a mani basse" ha commentato HaroldIckes, democrato ed ex consigliere del reverendo Jesse Jacksondurante la sua corsa alla Casa Bianca nonchè collaboratore diHillary Clinton durante le primarie di quest'anno. "Credo che ilPaese abbia fatto molta strada dagli anni Sessanta ad oggi. Ma sesi parla con le persone in alcuni particolari Stati, ammetterannoche esistono ancora impulsi che possono danneggiare Obama".Nel sud degli Stati Uniti, dove il ricordo della segregazionerazziale è ancora vivo e il razzismo ancora oggi più esplicito,molti elettori hanno ammesso di essere a disagio per le originidi Obama (madre bianca americana e padre nero del Kenya)esprimendo dubbi sulla sua reale identità. In Colorado, elettoribianchi che vivono isolati dalle comunità afro-americane hannodetto che la razza del senatore non avrà alcuna influenza sullaloro decisione, ma hanno ammesso che le cose sarebbero diverse sevivessero più a stretto contatto con i neri.Mentre in Nevada, i volontari della campagna del democratico chebussando porta a porta cercano di convincere gli elettori avotare per lui, hanno raccontato di aver incontrato moltaopposizione e tanti pregiudizi. Fino ad ammettere di vendere il"prodotto Obama" assicurando che dopo un po', ci si "scorda" cheè nero di pelle.Se Obama non può vincere senza il supporto dell'elettoratobianco, dall'altro lato della medaglia potrebbe recuperare losvantaggio mobilitando un numero senza precedenti di elettoriafro-americani in stati come la Florida e la Carolina del Nord,che i suoi strateghi considerano conquistabili proprio grazie alsostegno dei neri che altrimenti non si recherebbero affatto alleurne.E i duri attacchi personali lanciati dal ticket repubblicano -che alcuni, incluso il New York Times, hanno definito al confinecon il razzismo - si stanno ritorcendo contro il repubblicanoJohn McCain, che nell'ultimo sondaggio di ieri era in svantaggiodi ben 14 punti percentuali. Un margine che, forse, neppure larazza di Obama lo aiuterà a colmare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA