Usa 2008/ L'America vota il suo presidente. Obama favorito

Usa 2008/ L'America vota il suo presidente. Obama favorito Primi seggi chiudono a mezzanotte, vincitore entro le due

New York, 4 nov. (Apcom) - Gli addetti ai lavori ormai sidimenticano quasi di ricordarlo: oggi l'America potrebbe eleggereil primo presidente nero della sua storia. Il candidato inquestione, il candidato democratico Barack Obama, ha scelto dinon parlare mai del colore della sua pelle e il suo avversario,il repubblicano John McCain, ha atteso fino alla vigilia delvoto, prima di scatenare un assalto a suon di spot al veleno, chein qualche misura evocano lo spauracchio dell'uomo neronell'elettorato bianco di Virginia e Pennsylvania. Sono i dueStati cruciali che decideranno il voto, quest'anno: se Obamaandrà forte in Virginia, uno Stato che ha eletto per l'ultimavolta un democratico nel 1964, le elezioni saranno segnate; seMcCain riuscirà a strappare ai democratici la Pennsylvania, unostato dove la settimana scorsa aveva quindici punti di ritardo,allora l'America avrà probabilmente un altro presidenterepubblicano.Le prime indicazioni sull'andamento del voto arriveranno, forse,a partire dalla mezzanotte italiana, alla chiusura dei seggi ingran parte dell'Indiana e nel Kentucky orientale. I grandinetwork americani attenderanno probabilmente un'altra ora primadi diffondere gli exit poll, ma a quel punto le voci e leindiscrezioni su internet arriveranno a fiumi. Accadde anchequattro anni fa, e a farne le spese furono i democratici: JohnKerry venne dato per sicuro vincente dall'analisi degli exitpoll, fino a quando lo spoglio reale dei voti non ribaltò lasituazione a favore di George W. Bush.L'ora topica è alle 19, fuso di Washington, l'una della notteitaliana. A quell'ora saranno chiusi i seggi di Indiana eKentucky e le operazioni di voto saranno completate anche inVirginia, South Carolina, Georgia e Florida. In tutti gli Statiquattro anni fa vinse Bush, ma i sondaggi della vigilia indicanoin Obama il favorito, seppure di un soffio.Alle 19,30 i seggi chiudono in Ohio e in West Virginia, e alle20, le due in Italia, potrebbero arrivare indicazioni da unaraffica di Stati, che comprendono Pennsylvania, Missouri e NewHampshire. Ad eccezione di Colorado, New Mexico e Nevada dove iseggi chiuderanno un'ora più tardi, tutti gli Stati incertiavranno iniziato le operazioni di spoglio.Dalle 20 in poi, dunque, è ipotizzabile che i grandi networkamericani comincino ad azzardare il loro pronostico, decretandoun vincitore.Sulla costa occidentale, in California, Oregon e Washington sivota fino alle 23, le cinque del mattino in Italia e alle Hawaii,dove i seggi chiudono due ore dopo, molti elettori voterannoconoscendo probabilmente già il nome del vincitore.Dopo due confronti serratissimi, nel 2000 e nel 2004, i duecandidati arrivano alle elezioni in condizioni decisamentediverse. In quasi duecento sondaggi condotti a livello nazionalenelle ultime sette settimane, McCain è sempre stato insvantaggio. Obama può contare sul 51,6% degli americani, controil 44,3% di McCain. E' un dato ricavato dalla media degli ultimi14 sondaggi. Il democratico va da un minimo di +5 a un massimo di+11.Quatto anni fa Bush arrivò al giorno del voto con un margine didue punti sul democratico John Kerry, nella media dei sondaggi, elo stesso accadde quattro anni prima, nella sfida con Al Gore.Anche se hanno una grande risonanza, i sondaggi nazionali nonsono lo strumento più adatto per prevedere l'andamento dellevoto. Le presidenziali sono decise dalla somma dei risultati neisingoli confronti locali: in ciascuno dei 50 Stati dell'Unionesono in palio un certo numero di Grandi Elettori (formalmente,l'elezione è indiretta e sono questi grandi elettori a scegliereil presidente). Chi vince il voto popolare in ogni Statoconquista tutti i Grandi Elettori in palio, che sono 538 (lostesso numero di deputati e senatori).A dar retta ai sondaggi, questa volta quelli locali, Obama orapuò contare su 278 Grandi Elettori, oltre la soglia magica perottenere la vittoria, 270. Per arrivare a 278, Obama devevincere in tutti gli Stati che votarono per il democratico JohnKerry nel 2004, inclusa la Pennsylvania, che mette in palio 21Grandi Elettori. Obama deve inoltre vincere in Nevada, Colorado,e New Mexico.Nel conto non sono inclusi gli 'swing states', ovvero i dieciStati dove il risultato del voto è incerto. E' un elenco cheviene aggiornato giorno per giorno e che comprende oggi: Arizona(lo stato di McCain), Montana, North Dakota, Missouri, Indiana,Ohio, Virginia, Carolina del Nord, Georgia e Florida. I dieciStati valgono 128 Grandi Elettori.Ma il voto di oggi non serve solo a eleggere il presidente. Gliamericani voteranno anche per le elezioni politiche: sono cioèchiamati a rinnovare per intero la composizione della Camera deiRappresentanti e ad eleggere un terzo dei senatori. E' unconfronto meno pubblicizzato rispetto al duello tra McCain eObama, ma il particolare il confronto del Senato èimportantissimo. I democratici hanno l'opportunità di ottenereuna maggioranza di 60 seggi su 100 che consentirebbe di governaresenza fare i conti con la minoranza repubblicana. Nel sistemaparlamentare americano bastano 40 voti, all'opposizione perbloccare qualsiasi provvedimento legislativo della maggioranza.

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