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Lunedì 03 Novembre 2008
Usa 2008/ In moto la macchina elettorale, affluenza record
Usa 2008/ In moto la macchina elettorale, affluenza record Dati su voto anticipato in stati repubblicani favoriscono Obama
New York, 3 nov. (Apcom) - Mancano un giorno e qualche ora allachiusura dei primi seggi, in Indiana e Kentucky, e l'immensamacchina elettorale dei due candidati alla presidenza, ilrepubblicano John McCain e il democratico Barack Obama, hacambiato marcia. Milioni di volontari delle due campagneelettorali sono al lavoro da settimane per portare gli elettoriai seggi, negli Stati dove il voto anticipato o a distanza eraconsentito. Ma domani è il giorno clou, specialmente, in Staticome la Pennsylvania dove si vota solo il 4 novembre e il tempo adisposizione è poco.La campagna elettorale è costata la cifra record di un miliardodi dollari ai due candidati, all'incirca 8 dollari per ogni voto.Le principali voci di spesa tuttavia non sono gli spot o icomizi, ma per le operazioni sul territorio. L'esercito di Obamae McCain lavora soprattutto dietro le quinte della campagnaelettorale, lontano dalle telecamere, ma bussando a tutte leporte, in tutte le contee di tutti gli Stati incerti. I'volontari' non lavorano gratis e non sono animati da soloentusiasmo. Fanno parte un ingranaggio ben oliato, con risorse emezzi a disposizione e nulla viene lasciato al caso. Obama haaperto in Pennsylvania quasi trecento uffici elettorali, anche inaree del grande Stato che non vedevano un democratico al lavoroda anni.E sulla capillare organizzazione, sperimentata per la primavolta quest'inverno nelle primarie dell'Iowa, si fondano lesperanze democratiche di riconquistare la Casa Bianca. I comizi,gli spot elettorali, l'appeal dei candidati non bastano avincere. Gli elettori bisogna portarli al seggio di peso. Inqualche caso basta una telefonata per assicurare che chi si èiscritto alle liste elettorali si ricordi di andare alle urne,spesso però occorre andare a prenderli in macchina nelle lorocase, per un voto possono servire chilometri su minuscolestradine, nella periferia dell'America profonda.E' un'impresa particolarmente difficile per Obama, perché, pervincere, deve uscire dagli Stati che votano per tradizionedemocratico. In Nevada, Colorado, New Mexico, Virginia, i quattroStati che potrebbero decidere le elezioni, l'organizzazione sulterritorio era tutta da costruire. E i repubblicani hanno un assonella manica. L'appello al voto della destra religiosa arrivadurante la messa della domenica prima del voto, a migliaia imilitanti di associazioni antiabortiste si mobilitano il giornodel voto per assicurarsi che chi va in Chiesa vada anche a votare.Gli appelli arrivano anche da altri pulpiti, quello diStarbucks, ad esempio, la catena di caffetterie più grande delmondo, che ha promesso una tazza gratis, domani, a chi va avotare. O il Washington Post, il quotidiano principale dellacapitale, che dice ai lettori, in un editoriale: "andate avotare, vi sentirete grandi e forti".Gli appelli al voto sono anche velati, o scorretti. Negli StatiUniti le ultime 24 ore non trascorrono certo in silenzio, come inItalia: sono soprattutto i repubblicani a scaricare l'ultimaraffica di spot al veleno. In primo piano è tornato il reverendoJeremiah Wright, il pastore di Chicago che ha battezzato lefiglie di Obama e che è diventato celebre per le sue invettivecontro la "maledetta America dei bianchi".L'allarme è rosso per McCain: i primi dati sul voto anticipato,suggeriscono un'affluenza straordinaria alle urne deidemocratici, anche in Stati rossi come la Georgia, la NorthCarolina, il North Dakota, l'Indiana. Quattro milioni i voti giàespressi in Florida, oltre un milione e mezzo in Colorado, duemilioni in Georgia. A questo dato si sommano gli auspici deisondaggi, con Obama per la prima volta sopra il 51 per cento deiconsensi a livello nazionale. Persino Karl Rove, l'ex guruelettorale repubblicano, l'architetto delle vittorie impossibilidi Bush, lo ammette: a McCain per vincere serve un miracolo.
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