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Sabato 01 Novembre 2008
Usa 2008/ Il democratico Richardson in campagna per voti ispanici
Usa 2008/ Il democratico Richardson in campagna per voti ispanici Governatore New Mexico ha visitato 19 Stati per Obama
Santa Fé (New Mexico) - Fino a gennaio fa correva anche lui perle primarie democratiche; ora Bill Richardson, governatore delNew Mexico e unico di origini ispaniche (nonostante il nomeanglosassone) sta facendo campagna a tappeto per il candidatodemocratico Barack Obama. E' anche apparso nel maxispot-documentario da 30 minuti diffuso in prime time due giornifa dalla campagna Obama, per elogiare le doti del candidato.Negli ultimi sette mesi, Richardson ha visitato 19 Stati oltreal territorio di Porto Rico e ha passato 29 giorni in campagnaelettorale fuori dal New Mexico, oltre a 14 giorni nel suo Stato.L'impegno di Richardson è diretto principalmente all'elettoratoispanico; i cosiddetti "latinos" sono dal 2003 la prima minoranzaper dimensione negli Stati Uniti, testimonianza della lorofertilità e di una continua ondata migratoria (secondo i dati del2006, sono circa 44 milioni, cioè il 14,8% della popolazione,contro 37 milioni di afroamericani, cioè il 12,4%).Oltre il 60% sono di origine messicana; sono generalmente piùpoveri e meno istruiti della media della popolazione ma anche piùgiovani (l'età media dell'americano è attorno ai 36 anni, quelladi un americano ispanico attorno ai 27) e naturalmente hannofamiglie numerose (oltre il 60% vive in nuclei familiari di 3 opiù persone, il 22% in nuclei di 5 o più persone).Insomma: un elettorato che fa molta gola, soprattutto inprospettiva futura. La grande maggioranza vive New Mexico, Texas,California, e in tutti i territori del Sud Ovest sul lunghissimoconfine con il Messico; ma la distribuzione dei "latinos" è forteanche in tutto il nord ovest degli Stati Uniti, con alte punteanche a est in Florida (soprattutto per la comunità cubana) e nelNew York.Se i cubani espatriati della Florida sono tendenzialmenterepubblicani (ma ci sono segni che la giovane generazioneinclina verso Obama), gli ispanici dell'ovest tendono a votaredemocratico. L'importante per la campagna Obama, come nel casodell'elettorato afroamericano, è portarli fino alle urne.Tuttavia l'elettorato ispanico dell'ovest era molto legato allapolitica del clan Clinton. Secondo Larry Sabato, direttore delCentro per la Politica dell'Università della Virginia, lasituazione è "Un po' più precaria per Obama con gli ispanici, chealle primarie hanno votato il doppio per Clinton che per lui,mentre gli serve che votino il doppio per lui che per McCain".La settimana scorsa, Richardson si è spinto anche in Florida,dove quasi il 20% è di origine ispanica. Questa settimana è statoin Ohio e Virginia; altre tappe degli ultimi mesi sono stateColorado, Nevada, New Jersey, Pennsylvania, New Hampshire eWisconsin. Il suo impegno ha fatto pensare che miri a un posto inuna eventuale amministrazione Obama, forse anche a una poltronaministeriale, forse persino quella di segretario di Stato(Richardson è stato ambasciatore americano all'Onu durantel'amministrazione Clinton). A domanda, ha risposto "Mai dire mai,ma penso che sarò governatore per altri due anni. Non facciocampagna per me ma per il senatore Obama, perché credo in lui".E chi paga? L'Associated Press sottolinea che quando Richardsonviaggia per Obama, è la campagna Obama a sostenere le spese, masono i contribuenti del New Mexico a pagare la scorta dellapolizia che lo segue.
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