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Domenica 02 Novembre 2008
Usa 2008/ A Teheran è un plebiscito per il candidato democratico
Usa 2008/ A Teheran è un plebiscito per il candidato democratico In lingua farsi 'Obama' significa "lui è con noi'
Teheran, 2 nov. (Apcom) - Se gli iraniani potessero partecipareal voto americano, il 4 novembre, per McCain non ci sarebbescampo: per Obama invece, stando alla voce del popolo, sarebbe unautentico trionfo. Nonostante i media ufficiali ostentinoindifferenza verso chi tra i due candidati conquisterà la CasaBianca, nelle università, nel bazar e persino nei pressi dellaGrande moschea di Teheran dove per due giorni Apcom ha cercato disentire gli umori della gente comune, emerge un unico dato: latotalità delle decine di persone interpellate voterebbe per BarakObama. Nome, quello di 'O-Ba-Ma' che tra l'altro tradotto inlingua farsi significa letteralmente "Lui è con noi".In una Teheran grigia e sotto una leggera pioggia autunnale, lavita sembra scorrere normale. Ma a pochi giorni dal voto Usa ilcui esito secondo la stessa stampa iraniana sarà "comunquedecisivo per le sorti dell'Iran e del Medio Oriente", studenti,commercianti e fedeli sembrano seguire con particolare attenzionele vicende del voto.Estenuata da un lungo confronto con la comunità internazionaleper la questione del nucleare e preoccupata da una difficilecongiuntura economica attribuita soprattutto alla politica delpresidente Ahmadinejad, reo di non avere saputo contenere unainflazione galoppante, la gente sembra riporre grandi speranzenell'affermazione di un uomo come il 'nero' e 'musulmano' Obamache si presenta "diverso" da un predecessore come George W. Bushche ha "combinato troppe guerre" per non far temere che McCain levoglia continuare.I media, dal canto loro, dedicano ampio spazio alle elezionimantenendo però una posizione di equidistanza tra i duecandidati: la tv di Stato trasmette uno "speciale elezioni Usa",mentre un quotidiano moderato come "Itmad Melly" allega uninserto sulle elezioni di 20 pagine dal significativo titolo: "Ilmondo dopo Bush".Intanto, sui cellulari imperversano Sms che deridono ilpresidente Ahmadinejad rivelando un netto calo della suapopolarità a distanza di 5 mesi dalle elezioni presidenziali delPaese. E c'é già chi vede nell'uscita di Bush e Ahmadinejad dallascena un segno benaugurante per la pace in Medio Oriente.Naser, un fedele che ha appena finito la preghiera del venerdìalla "Danishkai", la Grande moschea di Teheran interpellato daApcom sulla sua preferenza non ha dubbi: "Io sarei contento sevincesse Obama perché è nero che è il colore dei diseredati nelmondo ma é anche il colore di pelle di Bilalal al Habashi", ilprimo uomo che abbracciò l'Islam per mano del profeta Maomettoalla Mecca 15 secoli orsono.Anche "l'odore islamico" del candidato democratico è una ragionevalida per fare il tifo per il Senatore dell'Illinois: "Anche senon fosse musulmano come dice lui, Obama ha genitori e parenti difede islamica", dice Farid, commesso di un negozio di fruttasecca nel bazar centrale di Teheran.All'università, l'interesse per quel che avviene oltre oceano èdecisamente forte: quattro studentesse chiuse dentro l'abitacolodella loro auto si divertono ad ascoltare la musica rap nellevicinanze dell'Università di Azad, a sud della città. Le ragazzesi definiscono "supporter del candidato moro". Intanto perché "ébello e attraente", dice Miriam. "Obama è giovane come noi chevogliamo cambiare questo mondo pieno di imposizioni", prende laparola Nur che, come tutte le compagne, porta il velo slacciatoche lascia intravedere i capelli.Un'auto della polizia che si ferma a pochi metri ricordando perl'appunto le imposizioni di cui parlava la giovane, interrompe ladiscussione e si comprende subito la ragione: si tratta delletemute 'Kasht Rashad', le pattuglie del buon costume che in unpulmino verde con i vetri oscurati 'raccolgono' le ragazze chenon osservano i costumi islamici. Due vengono caricate sul mezzoda poliziotti. Una perché indossava un vestito color rosso:"troppo vivace per gli uomini delle virtù che rimangono turbati",commenta divertita una delle studentesse. L'altra, aveva l'orlodella gonna che finiva quattro centrimenti sopra le ginocchia."Distanza non tollerata - spiega Miriam - anche se sotto la gonnaci sono i pantaloni e non la carne nuda che fa venire i brividi".Per le ragazze, l'episodio è un'occasione per spiegare meglio leragioni per le quali "tifano" per Barak Obama: "PreferiamoLui/è/con/noi - scandisce bene le parole Ihtisan, la terza delgruppo - perché Obama è per il dialogo e non per la guerra che éun pretesto infallibile per ostacolare le nostre libertà"."Qui, se non succede nulla - ammonisce - scoppia tutto, nonpossono imporre il velo a tutti".Un funzionario di un'industria chimica che preferisce rimanereanonimo cerca di spiegare le ragioni che spingono la gran partedegli iraniani a sperare in un'affermazione del candidatodemocratico: "Le sanzioni, sopratutto quelle nel settore bancario- argomenta il funzionario - stanno provocando pesanti effettisulle importazioni". Poi "l'inflazione" e il "carovita"starebbero sfiancando il Paese. Una crisi, insomma, da attribuire"all'estremizzazione del confronto" con la comunitàinternazionale per la questione del nucleare. Il fatto che Obama,abbia detto che in caso di vittoria intavolerebbe un negoziatocon l'Iran per il nucleare è visto con particolare interesseproprio per far uscire il Paese dall'isolamento internazionale dicui soffre.La stampa conservatrice ostenta indifferenza: il quotidiano'Iran' scrive che "qualunque sia l'esito del voto, per noi noncambia nulla". Per il giornale vicino al governo "sono gli StatiUniti ad essere nei guai e devono trovare il modo di uscire dalpantano mediorientale in cui si sono cacciati". Di taglio diversoi commenti della stampa moderata vicina all'ex presidenteMohammed Khatami: il quotidiano 'Etamd Melly' accusa Obama diambiguità: "una volta dichiara di voler negoziare con l'Iran,salvo poi andare in Israele e dichiarare il contrario". Tuttaviail commento è di segno positivo: "come suggerisce il nome, Obamaalmeno non sarà contro di noi". Il giornale anzi avanza unsuggerimento per il Senatore dell'Illinois: "tra le elezioni Usae quelle iraniane ci corrono 5 mesi. Obama in questo lasso ditempo potrebbe chiarire le sue posizioni" verso l'Iran perfavorire la sconfitta dell'intransigente presidente in carica.Un presidente che nel frattempo sembra in netta perdita diconsensi confermata dal tam tam delle barzellette che lo hannocome protagonista e che circolano via Sms nella capitale. La piùdiffusa è una che racconta di Ahmadinejad che nel sogno si recaal cospetto della Grande guida spirituale della rivoluzioneKhomeini. Inchinatosi per baciargli la mano in segno direverenza, Ahmadinejad si vede respingere dall'imam che losupplica:"sono io, la tua guida, a baciare i tuoi piedi perchiederti di presentare le tue dimissioni e smetterla dicombinare altri guai alla nazione".
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