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Una “cowboy” in riva al Brembo: Camilla Doneda e il doppio trionfo agli Europei di monta americana

Articolo. Quando si pensa agli Stati Uniti, una delle immagini che balzano alla mente è quella dei cowboy che cavalcano lungo distese di prati infiniti e cercano di domare i propri cavalli. La mania del Vecchio West ha preso piede anche nello sport dando vita all’equitazione americana, una branca del grande mondo legato agli equini e che prevede l’utilizzo di finimenti e selle di tipo americano, caratterizzate da arcione e pomello. Ce ne parla la bergamasca plurimedagliata Camilla Doneda

Lettura 4 min.
Camilla Soneda in sella

Molto meno compassata rispetto alla monta inglese, questa specialità prevede la guida del cavallo impugnando le redini e utilizzando soprattutto le gambe oltre all’aggiunta di un abbigliamento che richiama quei tempi come jeans, stivali western, camicia e cappello a tesa larga.

Una passione che ha colpito sin da bambina anche Camilla Doneda che a fine agosto ha conquistato un doppio oro ai Campionati Europei andati in scena a Kreuth, località dell’Alta Baviera. La 25enne di Brembate ha conquistato il titolo nella working western rail in sella a Mag Neto (cavallo della scuderia Alba Quarter Horse di Siena) anticipando l’ungherese Krisztina Nagy e la tedesca Lina Pabgang; così come nella categoria Senior Trail dove alla guida di Tyson Moving ha anticipato l’austriaca Sabine Lohninger e la teutonica Franziska Dorfmeister.

«L’Europeo è andato ben oltre le aspettative della vigilia perché ci presentavamo con due cavalli, di cui uno di proprietà della mia istruttrice, mentre l’altro si era infortunato lo scorso anno a causa di una frattura al garrese che ha rischiato di non permettergli più di gareggiare – racconta Doneda -. Nonostante questi dubbi, siamo riusciti a partecipare alla competizione continentale e conquistare l’oro con sette punti e mezzo sulla seconda classificata e riportando una vittoria incredibile».

La passione di Camilla parte da molto lontano. A soli sei anni ha iniziato a cavalcare dando avvio a un amore per i cavalli che si percepisce nella commozione quando si parla degli animali che l’accompagnano. Un sentimento così forte che l’ha spinta a lasciare l’Isola Bergamasca e trasferirsi in Toscana dove oggi vive e dove insegna ai più piccoli questa disciplina dalle origini così lontane.

«Il maneggio dove ho iniziato a cavalcare si trovava a Treviglio in una struttura di proprietà del cugino di mio papà. Lì si faceva già monta western, motivo per cui ho iniziato con quella disciplina. Non ho mai provato a fare salto a ostacoli o pensato di passare alla monta inglese nonostante nella nostra disciplina esistono alcune prove che prevedono il suo utilizzo e che da bambina ho testato – sottolinea l’amazzone bergamasca -. Ritengo che i cavalli che conduco io siano speciali, con tanta testa e tanto cuore. Da quando ho iniziato mi ha sempre seguito da Paola Donarini Masi che lavorava là. Abbiamo provato a cercare un’altra istruttrice in Lombardia, ma non abbiamo trovato nessuno al suo livello, per cui mi sono trasferita e ora lavoro con lei. Molto devo anche ai miei genitori che mi hanno sempre seguita e supportata nelle mie scelte agonistiche».

Cutting, roping e reining

La disciplina è particolarmente ampia, motivo per cui esistono varie specialità che coinvolgono l’equitazione americana, dal cutting che prevede l’isolamento di un vitello dalla propria mandria, al roping dove i cowboy sono chiamati a catturare il bestiame con il lazo (il laccio utilizzato per fermare i bovini) passando per i l reining dove i cavalieri sono chiamati a compiere una serie di acrobazie in sella al proprio destriero . Le discipline nelle quali Camilla primeggia riguardano invece l’abilità nel gestire il cavallo e riuscire a completare nel migliore dei modi un percorso disegnato poco prima della gara dalla giuria.

Il dressage della monta western

«La disciplina nasce in America ed è stata portata in Italia più o meno cinquant’anni fa. La base è quella di riprendere la vita dei cowboy nel ranch, con tanto di utilizzo di cavalli di razza Quarter House come quelli che venivano usati dai primi cavallerizzi – illustra Camilla -. Il nostro obiettivo rimane sempre la precisione visto che cavalchiamo cavalli di razza Quarter House e insieme a loro dobbiamo completare alcuni obiettivi. Per esempio, nel caso del trail ci sono dei pali per terra che il cavallo deve superare al passo, al trotto o al galoppo e si va a valutare sia la sua precisione che gli ordini che il cavaliere dà senza esser notati. In altre gare invece è valutata la fluidità del movimento dei cavalli nelle diverse movenze, mentre in altre specialità come il reining l’obiettivo è un altro, motivo per cui la nostra specialità potrebbe esser definita il dressage della monta western».

Lo stile di vita dei cowboy nasce con i butteri italiani

Forse non lo sapevate, ma è in Italia che ha origine a tutti gli effetti lo stile di vita dei cowboy con i butteri che in Maremma e nell’Agro Pontino si occupano della gestione degli allevamenti. La presenza di praticanti rimane comunque ridotta: «Nel nostro paese il movimento sta pian pianino crescendo. Ci sono quasi trentamila courter, però il livello più alto è in Germania e nel resto d’Europa. Gli italiani si spostano principalmente per Europei e altre tappe in quelle nazioni e tendenzialmente otteniamo buoni risultati – aggiunge Doneda -. Facendolo ormai per lavoro mi capita di montare più di un cavallo al giorno e questo mi consente di utilizzare più cavalli in gara. L’importante però rimane avere un rapporto fortissimo perché è una gara di precisione e, se non c’è feeling fra cavallo e cavaliere, non si riesce a rendere al meglio. Serve una routine continua, che porta a trovare i comandi più affini a entrambe entrando in gara e fare tutto senza che si veda».

Se è vero che la Mittleuropa è il centro nevralgico dell’equitazione americana, il vero sogno per ogni cowboy è quello di cavalcare negli Stati Uniti. Un traguardo che Camilla ha potuto raggiungere nel 2018 quando ha conquistato in Texas un titolo mondiale (dopo l’argento raggiunto due anni prima in Australia). «Era un Mondiale a squadre per minorenni. Facevo parte della nazionale italiana ed è stato bellissimo – ricorda Camilla - perché eravamo in mezzo ad alcuni atleti che sono i miei miti che pensavo che avrei visto per sempre solo in televisione. Quando li ho incontrati di persona è stata una grande emozione».

Ora per Camilla Doneda c’è l’obiettivo di confermarsi anche la prossima stagione, anche se prima di chiudere un 2024 da sogno, il pensiero va comunque ai propri allievi che saranno impegnati nelle ultime gare dell’anno. «Per me la stagione si è conclusa, ma loro hanno ancora due gare che seguirò. Poi nel 2025 ci saranno gli Europei e l’”Americana”, una gara particolarmente importante che va in scena in Germania e a cui proveremo a qualificarci».

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