L'equivoco è nato perché le missioni come Voyager 2 della Nasa hanno catturato le immagini in colori separati: nella rielaborazione in immagini composite, non sono state sempre bilanciate in modo accurato per riprodurre i veri colori. In particolare, le immagini di Nettuno sono state rese troppo blu, rafforzando anche i contrasti per mostrare meglio le nuvole, le bande e i venti. La questione, ben nota agli astronomi e spesso precisata nelle didascalie delle immagini, è finita per essere un po' dimenticata col passare del tempo.
A rimettere le cose a posto ci hanno pensato gli strumenti Stis di Hubble e Muse del Very Large Telescope, in cui ogni pixel è uno spettro continuo di colori e dunque porta alla produzione di immagini inequivocabili. I risultati dimostrano che Urano e Nettuno sono di una tonalità blu-verdastro molto simile, anche se Nettuno appare leggermente più blu per la presenza di uno strato di foschia più sottile. Lo studio offre anche una possibile soluzione al mistero del colore di Urano che cambia leggermente durante la sua orbita di 84 anni attorno al Sole. "Abbiamo dimostrato che Urano è più verde al solstizio a causa della ridotta abbondanza di metano nelle regioni polari, ma anche - osserva Irwin - di un maggiore spessore delle particelle di ghiaccio di metano".