«Sotto l’abito del cameriere, c’era una spia buona». E altri racconti

Cesare Gotti era impiegato dell’Inps e campione di bocce, Amilcare Noris invece era commesso di merceria, cameriere, ma soprattutto una «spia» che ha salvato vite umane durante la guerra. Elena Assi ha lavorato in Cgil e portato nelle scuole i gruppi di aiuto per le famiglie e Nello Ruggeri ha lasciato a Ponte San Pietro un ricordo profondo per il suo impegno in Azione Cattolica. Il medico Gervasoni era anche uno sportivo, Pietro Rottoli ha lavorato per la famiglia Tacchi. Lucia Cornaro, Andrea Crotti e Centurelli hanno vissuto con intensità i valori della famiglia

ANGELO AMILCARE NORIS

Cameriere privato recapitava lettere in Sant’Agata

Nel febbraio 1994, l’anima buona e generosa di Angelo Amilcare Noris, faceva ritorno alla casa del Padre. Era nato nel 1901 ed era ultimo di 10 fratelli. Contrariamente a loro non volle seguire le orme del papà Aristide nell’officina di fabbro che aveva in S. Lorenzo. Terminate le scuole elementari al Seminarino, all’età di 11 anni iniziò la sua lunga attività lavorativa come garzone nella merceria Astulfoni in via Zambonate. Da questa passò alla merceria Piatti in piazza Pontida e qui vi rimase fino a 32 anni. Fece il militare a Bari nel reggimento di fanteria “Brigata Regina”. Stanco di fare il commesso cambiò radicalmente mestiere e andò a fare il cameriere che gli diede tante soddisfazioni ed opportunità. Durante la Repubblica Sociale (essendo state scelte dal comando di quest’ultima a svolgere il suo lavoro in casa Pesenti in via Osmano, dove vi era un distaccamento) a volte aveva occasione di sentire e sapere in quale luogo i repubblichini si sarebbero recati per arresti. Personalmente informava gli interessati salvandoli da conseguenze immaginabili. Anche ai detenuti politici rinchiusi a S. Agata poteva recapitare loro (quale cameriere privato) uno scritto dei famigliari e viceversa. Terminata la guerra, svolse il suo lavoro (sempre come cameriere di fiducia) in Prefettura sotto il prefetto Zambianchi. Fu anche al servizio del colonnello inglese Fletcer. Nel 1950 passò alla Dalmine, fino al 1961, quando andò in pensione. Nel 1962 si unì ai componenti della II compagnia dei Cavalieri di S. Giorgio di Città Alta e nel 1964 fu eletto segretario e cassiere. Da allora diede anima e corpo a questa istituzione di assistenza ai più soli, toccati dalla sventura. In Città Alta Noris era famoso. La sua amicizia era animata da grande spirito di servizio: aiutare quelli che sono nella necessità, visitare e confortare ospiti delle varie case di riposo. Sapeva che solo con la presenza personale, poteva scovare qualcuno da aiutare, proprio come dice il motto dei cavalieri «Il meglio donare».
Archivio de L’Eco di Bergamo

Angelo Amilcare Noris
Angelo Amilcare Noris
Alzano-Bergamo, 23 febbraio 1994

CESARE GOTTI

Era campione di bocce e vinse diversi trofei

A trenta giorni dalla morte, L’Eco di Bergamo del 30 gennaio 1994, ricordava la figura del rag. Cesare Gotti di Bergamo. Impiegato per circa 40 anni all’Istituto Previdenza Sociale della città, dove non faceva mai mancare la sua vicinanza agli ammalati che visitava, il suo tempo libero lo dedicava principalmente alla passione del gioco delle bocce. Iniziò sin da ragazzo e si conquistò vittorie provinciali e nazionali. La sua casa era diventata un mini museo di riconoscimenti e di premi d’ogni forma. Per molti anni fu presidente in varie società sportive bocciofile e non sono mai mancati i suoi preziosi consigli, che dava a tutti, in particolar modo ai giovani.
Archivio de L’Eco di Bergamo

Cesare Gotti
Cesare Gotti
Bergamo, 22 dicembre 1993

ELENA ASSI

Portò nelle scuole i gruppi di aiuto per le famiglie

Era la moglie di Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della Cgil. Ex vicesindaco e consigliere comunale in carica del Comune di Stezzano, è ricordata dai suoi colleghi per il suo entusiasmo contagioso e per la sua grande dedizione. Elena Assi era anche molto conosciuta a Bergamo per i suoi contributi a livello sociale. Questa donna straordinaria ha ricoperto un ruolo fondamentale nel sindacato Cgil e che sia stata proprio lei a introdurre, nelle scuole bergamasche, gruppi di aiuto per le famiglie.
Archivio de L’Eco di Bergamo

Assi Elena In Bresciani
STEZZANO, 2 gennaio 2014

NELLO RUGGERI

La sua vita fu dono generoso per la comunità

Il 3 febbraio 1993 lasciava questa terra Nello Ruggeri di Ponte San Pietro e L’Eco di Bergamo ospitava le parole di un anonimo cronista che di certo ne aveva colto il valore. «Non è facile – vorrebbe che non accadesse mai – discorrere di una persona cara che non è più. Perché vuol dire parlare di una parte di sé stessi, che si è spezzata. E se ne vorrebbe, allora, conoscere le ragioni; si vorrebbe interrogare il mistero della morte che siede in permanenza al tavolo del nostro vivere; si vorrebbe una risposta, che non è scritta in nessuna pagina umana, che non è incisa in nessuna pietra toccata da scalpello d’uomo… Nello! Per quanto è possibile entrare nel sacrario di un uomo, con siamo la sua vita e la sua operosità. Sotto una semplice apparenza, si nascondeva un animo delicato e pronto a commuoversi di fronte alla sofferenza, soprattutto se missionari, lebbrosi ed innocenti. Sposato nel lontano 1949 con la gentile signora Adele Rota, ha sempre partecipato alla vita e ai problemi della sua comunità di Ponte San Pietro. Erano, in particolare, molto saldi i suoi legami con la cittadinanza e soprattutto con alcune istituzioni fondate sulla solidarietà e sull’attenzione per i bisogni dei più deboli. Seppe abbinare all’amorevole cura della consorte, una premurosa attenzione rivolta a chi aveva bisogno. Non è facile ora elencare le opere di cui spiccò il suo zelo, fondato su una fede profonda e concretamente vissuta. Per molti anni fu presidente di Azione Cattolica, amministratore dei servizi sociali del suo comune, ma specialmente fedele e zelante archivista della sua comunità parrocchiale. Per oltre 50 anni si dedicò e soffrì con i poveri dell’opera San Vincenzo. Nel missionario, in qualsiasi terra lontana svolgesse il suo apostolato, vedeva il Cristo sofferente e sovente donava i suoi risparmi con generosità perché i pic coli potessero nutrirsi del pane necessario. Quanto abbia bene impiegato i suoi talenti nella lunga ed operosa vita, lo si può constatare dal rimpianto suscitato dalla sua scomparsa e dalla larga attestazione di affetto e di stima alla signora Adele. Ecco, è a distanza di un anno dalla sua dipartita che vorrei porre, oggi, quelle domande sui perché, ai quali l’uomo non sa dare la risposta giusta. Lui, che ora vede Dio – a faccia a faccia – saprebbe dare l’esatta risposta, perché l’attinge nel cuore di chi - viandante, un giorno, come tutti noi - ha avuto paura del mistero della morte e lo ha, tuttavia, illuminato con il fulgore della sua resurrezione».
Archivio de L’Eco di Bergamo

Nello Ruggeri
Nello Ruggeri
Mozzo-Ponte San Pietro, 3 febbraio 1993

GIANNI GERVASONI

Il medico buono che arrivava in ogni frazione

Nel febbraio 1994 moriva improvvisamente, all’età di 69 anni, il dott. Gianni Gervasoni. Nato a san Gallo nel 1924 aveva studiato al Collegio S. Alessandro per poi iscriversi alla facoltà di Medicina a Pavia. Ha iniziato la professione del medico all’Ospedale Maggiore di Bergamo nel reparto di Medicina diretto dal prof. Giuseppe Invernizzi. Dal 1960, dopo l’improvvisa scomparsa del dott. Riva, ebbe l’incarico di medico condotto nei Comuni di San Giovanni Bianco e di Camerata Cornello, le cui numerose frazioni, sparse lungo i pendii dei monti circostanti, allora richiedevano tempo e fatica per essere raggiunte a piedi; ma il dottore Gervasoni, da sportivo e infaticabile cacciatore qual era, a queste fatiche di giorno e di notte era allenato. Che esercitasse la medicina come missione possono testimoniarlo quanti da lui ricevettero cure e assistenza, il più delle volte gratuitamente; quando fu costretto a interrompere la sua attività per l’amputazione dell’arto destro, la stima più sincera dei suoi pazienti fu eloquente testimonianza di quanto fosse per tutti un medico seriamente preparato e attento. Nel 1967, aperti i battenti dell’Ospedale Civile di San Giovanni Bianco, il dott. Gervasoni viene assunto come assistente prima e in qualità di aiuto poi nel reparto di Medicina, che lascerà soltanto nel 1989 per raggiunti limiti di età. Uomo alla mano, sempre disponibile, ma non ammetteva le ambiguità né i compromessi o le mezze misure; è per questo poteva talvolta sembrare duro: in realtà nascondeva un cuore buono e generoso.
Archivio de L’Eco di Bergamo

Dott. Gianni Gervasoni
Dott. Gianni Gervasoni
San Giovanni Bianco, 4 febbraio 1994

PIETRO ROTTOLI

Autista di fiducia e guardiano alla «Legler»

Pietro Rottoli è stato per diversi anni autista della famiglia Tacchi, dove si era fatto benvolere per diligenza ed assiduità al servizio, quindi ha operato in quel di Dalmine e alla Legler di Ponte San Pietro in qualità di guardiano, incarico portato a termine raggiunta l’età della pensione. La sua vita non è stata semplice avendo perso la moglie 17 anni prima e quindi ha sommato su di sé la responsabilità verso i figli, generi, nuore e i tanti nipoti che con grande affetto lo hanno salutato ai suoi funerali.
Archivio de L’Eco di Bergamo

Pietro Giovanni Rottoli
Pietro Giovanni Rottoli
Valbrembo, 20 gennaio 1994

LUCIA CORNAGO

La sua vita è stata un dono per la famiglia

Costellata di amore è stata la vita di Lucia Cornago. non ha mai smesso di dedicarsi alla sua famiglia. Prima e dopo la seconda guerra mondiale si è trasferita a Cisano Bergamasco, a Olmo al Brembo e a san Pellegrino per seguire il lavoro di suo marito Angelo. Quando quest’ultimo è stato chiamato alle armi, lei lo ha aspettato, per poi ricongiungersi con lui alla fine della guerra. Alla scomparsa del marito e della primogenita Elisa, è tornata ad Almè, paese in cui aveva passato la sua giovinezza, per accudire i nipoti. Il figlio, la nuora, e i nipoti la ricordano come una guida sempre pronta ad offrire insegnamenti preziosi.
Archivio de L’Eco di Bergamo

Cornago Lucia Ved. Cornelli
SAN PELLEGRINO TERME, 10 gennaio 2014

ANDREA GIOVANNI CROTTI

L’attacchino di manifesti di Bonate

Foto Andrea Giovanni Crotti, Bonate Sotto, morto il 17 marzo 1994

Nel mese di marzo all’età di 80 anni, moriva nella sua abitazione di via Roma a Bonate Sotto il signor Andrea Giovanni Crotti. Nella comunità bonatese era molto conosciuto per la mansione di attacchino di manifesti murali che svolgeva durante il suo tempo libero. Ma il signor Crotti era amato perché portava allegria. Questa caratteristica gli aveva valso l’appellativo di «Gioia».
Angelo Monzani - Archivio de L’Eco di Bergamo

Andrea Giovanni Crotti
Andrea Giovanni Crotti
Bonate Sotto, 17 marzo 1994

ANGELO CENTURELLI

A Barzana fondò Aido, Proloco e Protezione civile

Vicesindaco e assessore di Barzana dal 2009, viene ricordato dagli abitanti del paese, dalla sua famiglia e dai suoi colleghi come un uomo giusto e competente. Il sindaco di Barzana Teodoro Merati ne elogiava, in occasione dei funerali, la dedizione nei confronti del paese, delle scuole e delle associazioni. Ricca è stata l’esperienza di Centurelli in ambito lavorativo. È stato, a partire dagli anni Ottanta, consigliere e ha contribuito alla fondazione di associazioni come l’Aido, la Proloco e la Protezione Civile.
Archivio de L’Eco di Bergamo

Centurelli Angelo
BARZANA, 9 gennaio 2014

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