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Rivoluzionare il settore delle spedizioni: l’importanza delle nuove generazioni

L’azienda Argosped di Capriate San Gervasio, specializzata in trasporti nazionali e internazionali, ha intrapreso un percorso dedicato all’attrattività dei giovani con l’Osservatorio del lavoro Delta Index. L’obiettivo è crescere collaboratori pronti a diventare i futuri manager

Il settore dei trasporti e delle spedizioni rappresenta un elemento cruciale per la nostra vita quotidiana, influenzando ogni aspetto del nostro vivere. Nel mondo attuale, quasi tutto ciò che ci circonda proviene da lontano, e spetta proprio a questo settore il compito di assicurare che le merci siano trasportate e consegnate con efficienza e puntualità. Con l’espansione del commercio elettronico e l’aumento delle aspettative dei consumatori per consegne rapide e affidabili, il settore delle spedizioni diventa sempre più complesso e dinamico.

In questo contesto di crescita e continua trasformazione, Argosped, casa di spedizioni specializzata in trasporti nazionali e internazionali, si distingue come un attore chiave. «La nostra è un’azienda flessibile. Nel mio settore la flessibilità è fondamentale e il non fossilizzarsi su determinati processi ci permette di soddisfare le necessità del cliente nel più breve tempo possibile e con il prezzo migliore» afferma Holger Turra, fondatore di Argosped.

L’azienda si impegna a rispondere alle sfide del mercato con soluzioni innovative ed efficienti. Non solo si occupa di trasporti e spedizioni, ma funge anche da catalizzatore di cambiamento, consapevole della necessità di adattarsi a un ambiente in evoluzione e di investire nel futuro. Proprio in quest’ottica, Argosped ha recentemente iniziato un percorso dedicato all’attrattività delle nuove generazioni.

«Nella nostra realtà i giovani ricoprono una percentuale significativa del personale. Se teniamo in considerazione tutta la forza lavoro, rappresentano il 50% e se consideriamo solo gli uffici il 70%» continua Turra.

Nell’attrattività giovanile, si uniscono diverse strategie, che non consistono solo nel trovare soluzioni per avvicinare i giovani all’azienda, ma anche nel selezionarli, formali e trattenerli. Questo è quello con cui si è confrontata Argosped, nel percorso che ha intrapreso con l’Osservatorio del lavoro Delta Index .

«Il problema nel nostro settore è quello di trattenere questi giovani, perché tra i competitor la battaglia è aperta e vince spesso il miglior offerente a livello economico. Noi non cerchiamo giovani con competenze tecniche, sappiamo già quando li assumiamo che le competenze necessarie le apprenderanno dopo sei o otto mesi di lavoro e che dovremo essere noi a formarli internamente. Cerchiamo sempre collaboratori che abbiano la mentalità giusta, che non si vogliano accontentare, che abbiano voglia di migliorarsi. Il nostro è un lavoro in cui la logica e le relazioni con diversi interlocutori giocano un ruolo fondamentale, e questo non si insegna. Abbiamo bisogno di giovani che sappiano e che vogliano pensare – spiega il fondatore di Argosped –, mettersi in discussione è essenziale per un’azienda che vuole crescere e ottenere risultati concreti. Noi a livello aziendale proponevamo già un questionario anonimo ogni 3 anni da sottoporre ai collaboratori per capire dove potevamo migliorare, ma basarsi su intuizioni o sensazioni è difficile. Ci serviva uno strumento oggettivo, ed è per questo che abbiamo iniziato il nostro percorso con l’Osservatorio Delta Index, che ci ha offerto dati scientifici su cui riflettere, che derivano da ricerche e dall’incontro diretto con moltissime aziende del territorio».

Scegliere di mettersi in gioco con le nuove generazioni significa anche accettare di scardinare alcune credenze e alcune dinamiche già presenti all’interno della propria realtà, con l’obiettivo però di proiettarsi in futuro diverso, e perché no migliore.

«Credo fermamente che i giovani che stanno crescendo nella mia azienda tra una decina di anni potranno prenderla in mano in modo autonomo. Per noi è importante aiutare a crescere queste generazioni. Ai collaboratori più giovani ho sempre detto che se un giorno se ne dovessero andare per qualsiasi motivo, io voglio che loro vadano a fare i manager in un altro posto. Il mio sogno è creare lavoratori che sappiano prendere decisioni e che si prendano la responsabilità di quello che hanno deciso».

In un contesto del lavoro in cui le linee tra vita personale e professionale sono sempre più sottili, è fondamentale saper dare la giusta importanza a un sano equilibrio.

«Ai nostri collaboratori, soprattutto quelli più giovani, vogliamo far passare l’idea che il nostro non è solo lavoro, ma anche vita. Lo stiamo già facendo attraverso attività di team building e alcuni corsi, e in prospettiva speriamo solo di migliorare. Essere qualcuno anche al di fuori dell’azienda è importante, per poter creare quello che siamo, oltre ad essere pensanti, esseri sociali».

Sito Argosped

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