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Raul Cremona, «A Bergamo riporterò in scena il Mago Oronzo»

Intervista. Il padre del «cabaret magico», protagonista della prossima stagione di «LOL», sarà in città venerdì 21 marzo per «Illusion», il gran galà della magia voluto dalla Marco Berry Onlus

Lettura 5 min.
Raul Cremona nei panni del Mago Oronzo

Il debutto è fissato per il 27 marzo con i primi cinque episodi disponibili subito e l’ultimo fissato per il 3 aprile. Sta per tornare su Prime Video la nuova stagione di «LOL: chi ride e fuori», il comedy show che mette al centro la «resistenza comica». A sfidarsi a colpi di sketch e batture ci saranno Federico Basso, Enrico Brignano, Flora Canto, Tommaso Cassissa, Geppi Cucciari, Valeria Graci, Andrea Pisani, Marta Zoboli e Alessandro Ciacci. Il decimo concorrente in gara sarà il padre del «cabaret magico» Raul Cremona che, il 21 marzo alle 20.30 all’auditorium del Seminario Vescovile di Città Alta (biglietti acquistabili su MidaTicket), farà tappa a Bergamo per un appuntamento da non perdere: « Illusion », il gran galà della magia e delle illusioni organizzato dalla Marco Berry Onlus per sostenere il progetto « Iron Mind » dedicato alla promozione e diffusione della pratica sportiva tra i minori con difficoltà motorie e cognitive.

L’appuntamento, che permetterà alla magia di abbracciare la solidarietà, porterà a Bergamo un cast di primo piano: il noto e giovanissimo mentalista Christopher Castellini, il mago brasiliano Ernesto Planas, che con la sua energia aprirà la serata con il piede giusto, l’illusionista e vincitore di un «Merlin Award» Tiziano Cellai, il “cugino” italiano del maghetto più famoso di sempre Zio Potter e, infine, il duo «I Disguido» con un numero a metà tra teatro e magia. Tutti pronti a sostenere la mission dell’associazione voluta nel 2011 da Marco Berry, illusionista diventato celebre al grande pubblico con alcuni famosi programmi televisivi: da «Bim bum bam» a «Invisibili», da «Invincibili» a «Mistero», passando dal reality show «Pechino Express».

«Ho girato il mondo, ho visitato i Paesi tra i più poveri e ho incontrato tanti bambini che non sanno cosa significa sorridere – spiega Marco Berry – Penso di avere avuto tanto dalla vita e che parte di questa fortuna vada restituita. Così, ho coinvolto in questa avventura un gruppo di amici, imprenditori e professionisti che la pensano come me. Nella vita basta un piccolo gesto e se in tanti ne facciamo uno, tutti insieme può diventare una grande cosa. Aiutateci a fare questa magia per i bambini ».

Il grande cuore di un mago

E tra gli amici che hanno risposto all’appello di Marco c’è proprio Raul Cremona, che per la terza volta presenterà il gran galà, uno degli appuntamenti più attesi di marzo. In attesa di assistere allo spettacolo, lo abbiamo intervistato per approfondire il suo legame con Marco Berry e per capire qualche anticipazione sulla serata.

LA: Come è nata l’amicizia con Marco Berry e, di conseguenza, il tuo supporto all’associazione?

RC: Io e Marco ci conosciamo da tempi immemorabili. Penso di averlo visto la prima volta quando lui aveva 16 anni, a Torino al Circolo degli Amici della Magia. Marco è più giovane di me e, quando lo vidi per la prima volta, stava eseguendo un numero di manipolazione completamente diverso da quella che sarebbe diventata con il tempo la sua inclinazione: lui era molto «devoto» all’arte di Harry Houdini (uno dei più famosi illusionisti ed escapologi della storia, ndr) e tutti i suoi spettacoli erano basati su catene, camici di forza ed evasioni. Poi ha intrapreso una brillante carriera che l’ha portato in televisione, diventando un personaggio molto amato. Ci siamo conosciuti perché in sintesi ci accomuna la stessa passione. Oltre alla magia condividiamo però il valore della beneficienza e della solidarietà, un obbligo o un impegno che ogni artista dovrebbe avere e che noi portiamo avanti da sempre.

LA: Dopo il successo delle scorse edizioni, cosa porterai quest’anno sul palco di «Illusion»?

RC: Io sono reduce da uno spettacolo al Teatro Manzoni di Milano, un festival di magia che organizzo e faccio da 7 anni e che riunisce tanti grandi artisti. Bruno Gattermayer, che è l’ideatore di questo format, replicherà l’appuntamento per portare il meglio della magia anche fuori dal contesto milanese. Io sarò una sorta di jolly: proporrò uno sketch con Bruno, riporterò in scena il Mago Oronzo, oltre ad avere uno spazio tutto mio e con Marco, come siamo soliti fare.

LA: E a proposito del «Mago Oronzo», a quale dei tuoi personaggi sei più legato?

RC: Con il «Mago Oronzo» ho un debito di riconoscenza importante. Il primo personaggio che ho inventato è stato «Jerry Manipolini» con cui però ho fatto pochissime apparizioni in televisione: la prima in «Scatafascio», la trasmissione ideata da Paolo Rossi nel 1997. Il «Mago Oronzo» è il secondo personaggio che ho ideato e che mi ha aperto le porte del successo grazie a «Mai dire gol». Quelle stagioni sono bastate per celebrare e cristallizzare nell’immaginario comune questo mago: tutti lo citano quando vogliono fare satira politica o una satira di costume. Nonostante io abbia interpretato altri personaggi – come «Omen» o «Silvano, il Mago di Milano – «Oronzo» è il primo che mi ha dato la possibilità di avere un cachet dignitoso (lo dice ridendo, ndr) e di essere amato dal pubblico come non avevo mai provato prima.

LA: La tua è una famiglia di artisti. Qual è stato il tuo primo contatto con la magia e come è nata questa passione?

RC: Devo tutto a mia nonna Giuditta, povera donna che ci ha lasciati a soli 59 anni. Ho dei ricordi bellissimi con lei, come dei sabati sera in cui si mangiava dei toast e poi si andava tutti insieme al cinema. Tra tutto ricordo però il Natale più bello della mia vita. Era il 1964 e mia nonna comprò all’ultimo una scatola di giochi di prestigio della Arco, la stessa marca che produce le racchette da tennis. Era tutta nera con alcuni disegni: un cilindro, delle carte da gioco e altri oggetti del prestigiatore. Una volta aperta, nella scatola c’erano alcuni giochini difficili da imparare: avvicinarsi ai giochi di prestigio non è infatti una passeggiata! E subito rimasi colpito: in quel momento è nato in me quello che noi maghi chiamiamo il «bacillus magicus», ovvero quel bacillo che ti entra in corpo e non ti lascia mai più. Fu proprio così: avevo 8 anni e da allora non ho mai smesso di essere appassionato allo spettacolo e ai giochi di prestigio.

LA: Oltre a «Illusion» cosa porterai in scena nei prossimi mesi?

RC: Ho appena finito di registrare sette puntate di «Only Fun» (uno show in onda sul Nove) e a fine mese ripartirà «LOL». Ad aprile, dal 10 al 13, porterò poi sul palco del Teatro Manzoni di Milano il mio nuovo spettacolo «Bravissssssimo!», un recital magico – comico. E dopo un po’ di vacanza, tornerò a lavorare sulla nuova edizione del «Festival della Magia» di Milano.

LA: Ultima domanda dedicata ai giovani. Cosa consiglieresti alle ragazze e ai ragazzi che vogliono intraprendere un percorso simile al tuo?

RC: Noi boomer (scherza e ride, ndr) siamo molto lontani dal pubblico giovanile perché quello che possiamo insegnare noi non ha nulla a che vedere con tutta la tecnologia che ci circonda oggi. Per diventare un buon prestigiatore bisogna infatti essere un po’ «Art Attack»: si deve tagliare, incollare e inventare le cose. Tutte cose che questa generazione non è più costretta a fare, a differenza della nostra che aveva solo quello da fare: c’erano pochi giochi, un solo programma per ragazzi e poi dovevamo inventarci tutto per divertirci. Per questo dico sempre che c’è una grande differenza tra il «mago spettatore» e il «mago protagonista». Il primo guarda Harry Potter, immagina di essere un mago, è catturato dalla magia ma in maniera indiretta. Il vero mago non si ferma al mondo virtuale, si rimbocca le maniche e inizia costruendosi una scatoletta per proporre un gioco o manovrando un mazzo di carte per stupire qualcuno. C’è comunque una cosa positiva in tutto questo: internet ha avvicinato tanti giovani che si sono appassionati alla magia. Il consiglio è quindi quello di sfruttare la parte virtuale, ma darsi da fare manualmente per “costruirsi” con le proprie mani il proprio futuro.

«Iron Mind Bergamo»

I biglietti per la serata del 21 marzo sono quasi esauriti. Se non volete perdervi lo spettacolo, vi consigliamo per acquistare subito il vostro biglietto sul sito ufficiale . I proventi sosterranno il progetto «Iron Mind», in cui ragazze e ragazzi minori possono cimentarsi in diverse discipline sportive (scherma, tiro con l’arco, sitting volley, tennis, tennis tavolo, bocce) con l’aiuto di associazioni sportive locali ed istruttori qualificati. L’obiettivo è quello di avvicinare ragazze e ragazzi diversamente abili mettendoli in condizione di fare sport, abbattendo ogni barriera mentale, economica o logistica. Sabato 9 novembre 2024, presso la Casa dello Sport di Bergamo, si è svolta la terza edizione di «Iron Mind Bergamo», con oltre 30 ragazzi delle scuole elementari e medie che hanno preso parte alla giornata.

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