Se ci pensiamo bene, la maggior parte dei nostri film del cuore sono ambientati a Natale. Per non parlare delle fotografie di famiglia preferite, per quanto imbarazzanti. La simbologia natalizia, dalle lucine ai maglioni infeltriti, ha una sua estetica poetica che va preservata ed esaltata anche sulla tavola. Il cenone della Vigilia, il pranzo di Natale e Capodanno sono lo scenario perfetto per dare sfogo alla nostra fantasia non solo gastronomica, ma anche e soprattutto floreale.
La cucina e l’arte floreale sono arti “domestiche” antichissime: una tavola imbandita di fiori e frutti, infatti, è una gioia per noi e i nostri amici, come lo era per i nostri nonni e come lo fu per Cleopatra, Re Sole e chi ne ha più ne metta. Si tratta di un gesto di una semplicità inestimabile, nella sua universalità imperturbata dal tempo e dalle culture.
Ma veniamo al sodo. Per creare un allestimento efficace occorre costruire una sorta di mood-board mentale o cartaceo, per equilibrare tutti gli elementi principali della tavola. Sarò generica con stoviglie e vettovaglie, poiché sarete tutti più bravi di me con i mestieri (soprattutto con il ferro da stiro).
In generale, le componenti “artificiali” devono essere in armonia con la componente vegetale. Il bivio principale alla partenza è quello di scegliere se osare con colori e fantasie o stare nella comfort zone del caro e vecchio bianco. Successivamente, occorre definire se vogliamo ottenere uno stile rustico, utilizzando materiali naturali dai colori caldi, o uno stile più elegante in cui la trasparenza del vetro e il luccichio di argento e porcellana regnano sovrane. Una volta preparate tutte le componenti non vegetali, riesumate dai cassetti, veniamo a ciò che mi compete: parliamo di fiori.
I fiori di Natale
Tiriamo fuori ornamenti, luci per l’albero, candele e porcellane speciali. Lucidiamo il nostro argento e appendiamo ghirlande con bellissimi fiocchi sulle nostre porte d’ingresso. Inizia il circuito delle feste. Non sarebbero vacanze senza i fiori di Natale: la stella di Natale, l’amarillide, gli anemoni invernali e i narcisi Paperwhite che completano la tavolozza dei colori stagionale. Parte felice del rituale natalizio fin dal XIX secolo, questi fiori costituiscono ogni anno un forte punto d’appoggio nelle celebrazioni tradizionali.
Nella maggior parte del nostro paese, questi fiori non sbocciano all’aperto in inverno. Le stelle di Natale amano il calore, quindi finché hanno un posto soleggiato dove appollaiarsi all’interno fioriscono orgogliosamente fino a dicembre. Amaryllis e narcisi sono in realtà fiori primaverili che sbocciano se forzati con l’aiuto della luce solare e dell’acqua giusto in tempo per Natale. Gli unici fiori coraggiosi e non freddolosi sono gli anemoni invernali, Eranthis.
Con tutto il rosso, il verde e i glitter che proliferano a dicembre, vedere grappoli di narcisi bianchi sui tavoli e sulle credenze è una valida controtendenza. Attribuiamo il loro fascino all’elemento di freschezza ed eleganza che apportano senza troppe storie. Ma forse la cosa migliore è la loro fragranza: un profumo inebriante e distinto che dona alle nostre case un profumo speciale, che arriva una volta all’anno.
I Paperwhite fanno parte della famiglia dei narcisi, ma sono fiori più modesti e più piccoli del loro cugino più appariscente, il narciso. Il narciso simboleggia la rinascita e il rinnovamento perché è uno dei primi bulbi a germogliare, segnalando l’arrivo della primavera. Possono fiorire anche prima perché sono straordinariamente facili da coltivare o da “forzare” indoor.
D’altro canto, la passione per il Natale, con la sua coinvolgente immersione nel colore, nella festività e nello sfarzo, affascina tutti noi ed è ben rappresentata nell’amarillide con i suoi fiori grandi ed esuberanti e gli steli abbondanti. È celebrato anche per i suoi fiori durevoli e per la sua versatilità nelle composizioni. Non è un fiore isolato: possiamo disporre l’amaryllis insieme alle sue sorelle in serie lungo una mensola del camino. Gli steli di Amaryllis possono anche apparire magnificamente se tagliati corti e mescolati con altri fiori per la tavola.
L’Amaryllis ha una storia bella e tragica. Prende il nome da una ninfa della mitologia greca che si innamorò di un pastore indifferente di nome Alteo. La ninfa, Amaryllis appunto, consultò l’Oracolo di Delfi per essere consigliata su quell’amore non corrisposto. L’Oracolo suggerì una soluzione drammatica: trafiggersi il cuore con una freccia d’oro. La ninfa continuò a trafiggersi il cuore per trenta giorni davanti alla porta della casa di Alteo. Una volta morta, il sangue che colò divenne un fiore rosso sangue, che Alteo trovò aprendo la porta la trentesima notte, e che venne chiamato Amaryllis. Sebbene le versioni del mito varino (in alcune versioni la ninfa non muore), il significato della parola amaryllis riflette la storia. Suggerendo orgoglio, determinazione e bellezza, la parola significa letteralmente «brillare», cosa che rende il fiore un simbolo appropriato della stagione.
Tra il tradizionale rosso e bordeaux intenso e saturo o le sfumature più sottili del bianco e del rosa, le brattee o le foglie modificate della stella di Natale con le loro facce spalancate annunciano virtualmente la loro rilevanza nella panoplia dei fiori di Natale. Grandi quantità di piante arrivano al supermercato o al vivaio con i loro vasi di plastica avvolti in un foglio metallico. Quella prevedibile presentazione in lamina metallica conferisce alla stella di Natale una reputazione tutt’altro che raffinata. Tuttavia, i designer floreali in tutto il loro genio tirano fuori il meglio da questi fiori, tagliando gli steli, cauterizzandoli con una fiamma e poi costruendo rigogliose composizioni per celebrare la loro vivacità e innata bellezza.
Originarie del Messico, le piante venivano usate dagli antichi Aztechi per estrarre la tintura e la linfa per curare le malattie. Il loro nome popolare è per Joel Roberts Poinsett, un botanico e medico che fu il primo ambasciatore degli Stati Uniti in Messico. Si innamorò della loro tonalità rossa nel 1828 e fece rispedire le piante nelle sue serre a Greenville, nella Carolina del Sud.
Possiamo attribuire la popolarità natalizia della stella di Natale al fatto che tende a fiorire a dicembre nel suo nativo Messico. Un racconto folcloristico racconta la storia di una giovane ragazza di nome Pepita che voleva fare un regalo a Gesù bambino. Non aveva soldi, quindi raccolse un mazzo di erbacce. Suo cugino Pedro le disse che, anche se erano un piccolo dono, il fatto che fossero offerti con amore significava tutto. Quando Pepita depose il bouquet presso la culla di Gesù, l’umile dono divenne un mazzo di fiori rigogliosi e bellissimi, una manifestazione della sua devozione.
Potrei continuare per pagine intere a descrivere le fioriture natalizie per eccellenza, e quelle che rappresentano per me il Natale, come i ranuncoli che mi regala sempre mia madre. Siccome so che c’è sempre qualche alternativo fra i miei lettori, non posso concludere questa lista della spesa con le orchidee Vanda, che penzolano tra le vetrate della mia serra e delle case dei miei clienti in questo periodo.
Sicuramente questi fiori si allontanano da ogni proposito di sostenibilità e stagionalità, per non parlare di come rompono gli schemi cromatici del rosso e bianco con le loro fioriture viola, blu e gialle vivide. Ma la bellezza di questi fiori natalizi sta proprio nel loro anticonformismo che li rende un ricordo indelebile.
Passiamo velocemente a verde, bacche, frutti secchi e tropicali; la regola base è: «crepi l’avarizia», perciò divertitevi nei limiti della sostenibilità. Giocate con le diverse sfumature di verde e le forme degli aghi delle conifere con qualche ciuffo di eucalipto freddo, ma elegantissimo qua e là.
La preparazione
Dopo aver reperito i nostri fiori, frutti e chincaglierie significative, proverò ad aiutarvi a far prendere loro forma. Se avete tanti vasetti e bicchieri spaiati, metteteli in fila lungo l’asse centrale della tavola come soldatini e riempiteli di acqua e fiori, tagliando i gambi a diverse altezze. Otterrete un effetto elegante in poche e semplici mosse. Se invece volete dare un effetto più rustico a un tavolo rettangolare, sempre seguendo l’asse centrale, intrecciate fiori e foglie per fare un runner-ghirlanda da adagiare su una tovaglia colorata.
Se avete una tavola tondeggiante, è meglio raggruppare i vasetti o optare per il classico centrotavola tondo che potete realizzare in vari modi: prendendo un piatto con la spugna alla base per lavorare i fiori recisi, facendo una ghirlanda rotonda o utilizzando un cesto o un coprivaso in vimini in cui appoggiare gli elementi piccoli anche lasciandoli in vaso, senza reciderli.
Infine, per aggiungere la ciliegina sulla torta, potrete divertirvi a comporre dei segnaposto vegetali che richiamino i colori e gli elementi della tavola. Valide alternative, per quanto scontate, potrebbero essere dei cartoncini con delle frasi natalizie e delle stampe vegetali fatte con le foglie, i fiori o aghi di pino, o dei nastrini con inserti floreali che abbracciano i tovaglioli, tronchi di legno o palline lavorate e decorate e chi ne ha più ne metta.
Vorrei tanto avere l’abilità di Giovanni Muciaccia nel descrivere e appassionare il pubblico ai suoi art attack, ma i miei sono consigli molto meno dogmatici. Anzi, mi piacerebbe ricevere le fotografie dei vostri allestimenti magicamente improvvisati, piuttosto che influenzarvi. Tra elementi stagionali, vecchi vasi etruschi impolverati, tovaglie imbarazzanti e inserti tropicali (perché il mango sta bene con tutto), vi auguro di divertirvi in queste festività almeno quanto vi divertirete nell’agghindarvi e agghindare i vostri banchetti. Buon Natale creativo!