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«Pelli di foca», la passione per lo sci alpinismo in un gioco

Articolo. Il primo gioco da tavolo dedicato a questo sport alpino, in vendita online e allo sportello abbonamenti di Orobie, è nato dall’idea di quattro amici della Val Seriana. Oltre al divertimento, il gioco vuole educare alla sicurezza in montagna

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Le cose più belle, si sa, arrivano alla fine di un cammino tortuoso, in salita. Serve testardaggine per tenere duro, non mollare l’appiglio e proseguire senza cadere nei pericoli. Altre volte, come nel caso del nostro racconto, capita che una buona idea sia stata condivisa da più persone, da quattro amici per la precisione. Ad ogni difficoltà, si sono stretti per continuare il viaggio e inseguire il loro sogno nel cassetto. Nel loro caso, un sogno in scatola.

Pensavano a un gioco, come a una scatola, che non esisteva. Un gioco su uno sport che non è mai stato presente all’Olimpiade, ma che lo sarà per la prima volta in occasione dei Giochi Invernali di Milano Cortina 2026. Stiamo parlando dello sci alpinismo, una disciplina che ben si presta alla metafora della salita, da affrontare con le pelli di foca (ora rigorosamente sintetiche) sotto il fondo degli sci e seduti su una fresca seduta della seggiovia o al caldo di un uovo gigante e meccanico. Anche nelle giornate più fredde, la montagna si rivela in tutta la sua bellezza: un vero e proprio paradiso che però deve essere rispettato e tutelato.

Con questi due concetti in mente – passione per la montagna e desiderio di creare qualcosa per sensibilizzare sui temi importanti della sicurezza –, quattro ragazzi di Clusone hanno deciso di realizzare il primo gioco in scatola a tema sci alpinismo. Due anni fa, Deborah Federici, Marco Trussardi, Nadia Confalonieri e Simone Trussardi hanno iniziato a mettere sul tavolo idee e pensieri che hanno pian piano preso la forma di otto percorsi diversi, composti dai tratti tipici di una gita vera di sci alpinismo: salita, traverso, discesa e ghiacciaio.

La prima scatola del gioco era un contenitore di biscotti natalizi alla cannella riciclato. Ora il gioco, lanciato come Edizione Orobie in tiratura limitata (si può acquistare qui), sta arrivando nelle case di appassionati e non solo. La prima partita è stata tra amici, muovendo un fiasco di vino, una candela e altre pedine recuperati da altri giochi. Il tutto su un foglio lucido, sul quale sono stati disegnati e cancellate innumerevoli volte gli elementi del percorso. Con un taccuino a fare da testimone di trasformazioni, dubbi e colpi di genio.

Oggi le partite, che si concretizzano su un tabellone che richiama veramente un versante montano con pedine, dadi di legno e carte dedicate con le caricature dei più famosi sci alpinisti, stanno conquistando sportivi, giovani, tecnici del soccorso alpino, gruppi di amici nei rifugi e famiglie intere. Dopo due anni di test, «Pelli di Foca» - questo il nome del gioco – è infatti realtà, grazie anche al lavoro del giovane fumettista lecchese Mauro Longhini e a milioni di simulazioni statistiche.

Abbiamo chiesto a Simone Trussardi, uno dei creatori, in cosa consiste una partita a «Pelli di Foca». «Ci tengo a dire che non si tratta di un gioco dell’oca, nonostante l’assonanza. Ogni partita vuole ricalcare una vera gita di sci alpinismo, con le sue fasi essenziali. Si decide dove andare e si compone il tabellone di gioco, tra le otto combinazioni possibili. Tra gli itinerari abbiamo inserito nomi quali Presolana, Monte Rosa, Lyskamm o Adamello. Dopodiché, si valuta il bollettino neve di quella zona, che influenzerà la partita, come nella realtà. Con grado di “rischio 3”, c’è più probabilità di venir coinvolti in valanghe e su alcuni tratti bisognerà mantenere una casella di distanza. Si valuta il proprio stato di forma, pescando una carta personaggio. Ogni giocatore, infatti, si identificherà in una personalità tipica dello scialpinismo. Spesso tra amici usiamo questi nomignoli anche come simpatici sfottò. E poi tra peripezie varie, si gioca per arrivare per primi al rifugio in cima!».

Tutina, Lent Ma Seguent, Bomba, Guru, Grinta ed Esaltato sono i sei personaggi del gioco, tutti stereotipi tipici delle nostre Orobie. Il Tutina, ad esempio, è il tipico atleta, vestito con il minimo indispensabile per non perdere secondi preziosi nelle sue innumerevoli salite. Il Lent Ma Seguent, suo alterego per eccellenza, fa invece della costanza e la pazienza le sue armi migliori per avanzare e cercare di arrivare per primo al rifugio.

«Ogni personaggio ha un mazzo di “carte energia”, che deve utilizzare per avanzare. Non si tirano i dadi, ma si sceglie strategicamente la carta da usare ad ogni turno», continua Simone. «I mazzi sono diversi ed è per questo fondamentale saper gestire le proprie energie. Tutti hanno la stessa probabilità di vincere, ma bisogna conoscere i propri punti di forza e le proprie debolezze. Questo capita spesso anche nella realtà. Io, ad esempio, mi ritengo un “Lent Ma Seguent”, anche grazie agli insegnamenti di mio padre e dei viaggi in bicicletta, dove la gestione è la chiave di tutto».

Valutati questi aspetti, si prosegue con l’allestimento dello zaino. Anche qui, ognuno può averne uno diverso, in base al percorso che decide di affrontare. In comune a tutti il kit artva, pala e sonda, che non possono assolutamente mancare. Tutti gli itinerari presentano almeno un ghiacciaio, ma non è obbligatorio affrontarlo, perché c’è sempre una via alternativa. Se si volesse prendere la strada più breve ma tecnica, bisogna però aver messo nel proprio zaino i ramponi. E poi ci sono casco, picozza, kit di primo soccorso e altre attrezzature che possono venire in aiuto lungo l’avanzamento, che presenta anche caselle speciali, tra prova artva, episodi e rifugi.

Molti dettagli sono stati anche provati e approvati da personalità del mondo scialpinistico, come Pietro Lanfranchi, ex atleta della Nazionale, che ha aiutato i quattro ragazzi nello sviluppo, caricandoli con il proprio entusiasmo.

Il gioco è arrivato tra le mani degli atleti della Nazionale Italiana, tra i quali l’atleta bergamasco Luca Tomasoni, preselezionato per le Olimpiadi di Cortina. La strada per il suo sogno olimpico è in salita: le serate di ritiro potranno essere allietate da una bella partita a «Pelli di Foca», con lo scricchiolio accogliente di una stufa, mentre fuori nevica. Che sia di buon auspicio per i nostri atleti e per tutti noi per un inverno fatto di neve fresca e belle sciate. Sia in ambiente, che a casa.

PS: Per chi vuol testare dal vivo questa novità, sabato 25 novembre è in programma un pomeriggio ludico in compagnia degli ideatori del gioco al Rifugio Magnolini. Qui tutte le info.

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