Olimpiadi/ L'Italia chiude con un oro, ma le ombre restano

Olimpiadi/ L'Italia chiude con un oro, ma le ombre restano Squadra da ringiovanire, ma c'è il sorpasso alla Francia

Roma, 24 ago. (Apcom) - Mezzo pieno o mezzo vuoto che sia, nonsi dica che non fosse prevedibile il bottino azzurro a Pechino:chiedere agli specialisti di Sport Illustrated che alla vigiliadei Giochi Olimpici avevano predetto nel dettaglio le 28medaglie, assegnando però 7 ori e 11 argenti agli azzurri. Perfortuna agli esperti americani era sfuggito un campione delcalibro di Roberto Cammarelle, che di salire sul secondo gradinodel podio non voleva proprio saperne. Un successo, quello delpugile milanese, che ci fa lasciare Pechino con un sorriso, unpo' perché arrivato proprio in zona 'Cesarini' e un po' perchécapace finalmente di restituire nobiltà all'arte della boxeitaliana. Non illuda però quest'ultimo trionfo perché le ombrealla fine sono più delle luci. Nel carniere azzurro si fa quasiinvadente infatti l'assenza di metalli pregiati provenienti dacanottaggio (solo un argento, mai così in basso da Mosca 1980) eciclismo su pista, settori da ricostruire, magari seguendo ilmodello della Gran Bretagna che in vista di Londra 2012 si èassicurata sette delle dieci medaglie d'oro assegnate al LaoshanVelodrome.Quasi inesistente invece la nazionale di atletica leggera - sesi eccettuano le solite imprese della marcia - incapace persinodi gestire la sua unica punta, quell'Andrew Howe arrivatoacciaccato a Pechino per colpa di un capriccio. Per capire leragioni di queste delusioni basta leggere qualche passaporto,controllando i dati anagrafici: Antonio Rossi, MassimilianoRosolino, Giuseppe Gibilisco, Andrea Benelli, tutte punte di unasquadra da ringiovanire in fretta perché fra quattro anni non sipensi di contare ancora su atleti eterni come Valentina Vezzali,Josefa Idem o Alessandra Sensini. Troppo poco anche il quartoposto dei ragazzi di Andrea Anastasi nella pallavolo persollevare le sorti degli sport di squadra: per la pallanuoto èquasi un disastro, il calcio ancora una volta è scivolato su unabuccia di banana, mentre ci si aspettava indubbiamente unamedaglia dall'Italvolley donne (a parziale discolpa c'è il fattoche sarebbe stata la prima volta nelle semifinali).Alle delusioni, portate quasi sempre dai campioni più attesi (sututti Magnini, addirittura escluso dalla finale dei 100 stilelibero), fanno da contraltare i sorrisi che hanno il voltodell'atleta della porta accanto. E' il caso di Andrea Minguzzi,Giulia Quintavalle, Chiara Cainero, Matteo Tagliariol o AlexSchwazer, giovani sulle cui imprese si può e si deve costruirequalcosa di importante. Nell'Olimpiade che lascia la Cina non vatrascurata la linea rosa: ben undici medaglie infatti sono meritodel "gentil sesso" a cui spettano forse le imprese più belle,dall'argento della 44enne Idem al terzo oro consecutivo nellascherma (mai nessuna come lei) di Valentina Vezzali, passando peril titolo olimpico e i record mondiali di Federica Pellegrini.Nonostante il nono posto assoluto e il calo di medaglie (ad Atenefurono 32 con 10 ori), nel bilancio complessivo non va tuttaviatrascurato un dettaglio: il sorpasso ai 'cugini' della Francia(attenzione però alle 40 medaglie complessive dei transalpini) 24anni dopo Los Angeles 1984.

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