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Lunedì 10 Novembre 2008
Obama/ Crisi satira con l'addio di George W. Bush?
Obama/ Crisi satira con l'addio di George W. Bush? Barack troppo serio e carismatico, non fa (ancora) ridere
New York, 10 nov. (Ap) - George W. Bush: un Presidente capace diguardare attraverso un binocolo senza togliere le protezioni, dileggere un libro tenuto al contrario e in perenne lotta con lagrammatica e la sintassi. In parole povere, una manna per lasatira che dopo otto anni di vacche grasse si trova alle presecon un'angosciosa domanda: ora che "Dubya" non ci sarà più, cosafare con Barack Obama?Obama, è vero, ispira: ammirazione, eccitazione, sospetto inalcuni. Ma non ilarità. E' dignitoso, intelligente, carismatico enon parla troppo: "Una sfida per il nostro estro creativo",comemnta Craig Ferguson della Cbs, mentre Jay Leno, stella dellaNbc, si consola col fatto che sebbene Barack non induca facilirisate l'Onnipotente "ci ha dato Joe Biden proprio per questo:dove si chiude una porta se ne apre un'altra".Il Vicepresidente eletto gode in effetti di una certa fama perrilasciare dichiarazioni non sempre sufficientemente meditate,quali la presunta comparsa in televisione di Franklin DelanoRossevelt per rivolgersi al Paese in occasione del crollo di WallStreet: il tutto nonostante nel 1929 alla Casa Bianca vi fosseHerbert Hoover e la tv fosse stata appena inventata.A complicare le cose è che se l'umorismo si basa anche sucaricature e stereotipi, quello di Obama come appartenente allacomunità afroamericana rischia di sconfinare nel razzismo. Unapossibile soluzione a breve termine - fino a che le vicissitudiniquotidiane della prossima Amministrazione non forniscanoispirazione - è quella di concentrare il fuoco della satira suisostenitori del "divinizzato Obama".Cosa che puntualmente ha fatto Onion Tv, braccio video di uno deisettimanali satirici più noti degli Stati Uniti, che in un falsotg presenta il triste caso di migliaia di Obamaniaci ridotti azombie perché - dopo la vittoria elettorale, non hanno più nullaa cui pensare e di cui parlare; il sito annuncia poi senza mezzitermini: "Il lavoro peggiore del Paese affibbiato a un nero".
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