Nei nanotubi 3 volte più energia che nelle batterie al litio

Come le più tradizionali molle, nanotubi di carbonio attorcigliati tra loro possono immagazzinare tre volte più energia di quanto fanno le batterie al litio . A scoprirlo è il gruppo di ricerca giapponese e americano guidato da Shigenori Utsumi dell'Università Suwa e Sanjeev Kumar Ujjain dell'Università del Maryland e li risultato è pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology.

I nanotubi di carbonio sono una sorta di sottilissime cannucce ottenute arrotolando un foglio costituito di un solo strato di atomi di carbonio , ossia il grafene , e da anni si studiano le possibilità di sviluppare applicazioni pratiche di questo materiale, ad esempio per realizzare lunghissimo cavi per ascensori spaziali oppure per realizzare nuove soluzioni per il settore dell'elettronica .

I nanotubi di grafene hanno moltissimi vantaggi: sono facili da produrre , sono estremamente leggeri e a parità di peso sono circa 100 volte più resistenti dei migliori metalli .

Adesso si è scoperto che sono anche incredibilmente capaci di resistere alla torsione e di mantenere allo stesso tempo l'elasticità . Raggruppando nanotubi e attorcigliandoli tra loro è infatti possibile accumulare molta energia , che rilasciano poi in una quantità circa 15mila volte superiore a quella rilasciata da una normale molla di acciaio e tre volte superiore a quella che può immagazzinare una batteria al litio delle stesse dimensioni.

Si tratta di energia meccanica , come quella che "gli esseri umani hanno a lungo immagazzinato in molle elicoidali meccaniche per alimentare dispositivi come orologi e giocattoli", osserva Kumar Ujjain. E' una forma di energia differente da quella delle batterie al litio, ma che può essere ugualmente utile in moltissime tipo di applicazioni in cui è importanza far muovere un qualcosa, dalle ruote di un'auto agli assi per macchinari industriali.

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