Scienza e Tecnologia
Venerdì 03 Novembre 2023
Lo zampino del Dna dei Denisova dietro ai disturbi mentali
Un gene ereditato da un nostro lontano antenato, l'uomo di Denisova, potrebbe ancora influire sulla nostra salute mentale aumentando la predisposizione a condizioni come depressione, schizofrenia, autismo, iperattività e disturbo ossessivo-compulsivo. Lo hanno scoperto i ricercatori spagnoli dell'Istituto di biologia evolutiva (Ibe) e dell’Università Pompeu Fabra, nello studio pubblicato sulla rivista Plos Genetics.
Il gene in questione, denominato SLC30A9, è responsabile del trasporto attraverso le membrane cellulari dello zinco, un elemento importante per lo sviluppo e il corretto funzionamento del sistema nervoso e di quello immunitario. I ricercatori hanno individuato in particolare una variante, oggi diffusa soprattutto nelle popolazioni europee e asiatiche, che era presente anche nel genoma dei Denisoviani e non in quello dei Neanderthal: è dunque probabile che sia il frutto dell'incrocio tra i primi esseri umani moderni che circa 60.000 anni fa uscirono dall'Africa e i denisoviani, che al tempo erano presenti in Asia.
Se questa variante è stata selezionata dall'evoluzione ed è arrivata fino a noi oggi, significa probabilmente che ha offerto un vantaggio ai nostri antenati. Per scoprire quale fosse, i ricercatori spagnoli hanno indagato i cambiamenti che la variante denisoviana determina a livello cellulare. Hanno così osservato che influisce sui mitocondri e il reticolo endoplasmatico delle cellule, garantendo un miglior adattamento ai climi freddi. D'altro canto, però, è anche coinvolta nell'eccitabilità del sistema nervoso e dunque influisce sull'equilibrio mentale e sulla salute delle persone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA