(ANSA) - ROMA, 02 FEB - La creazione di una filiera nazionale dell'eolico offshore galleggiante (cioè in mare su piattaforme galleggianti ancorate al fondale) potrebbe generare un valore aggiunto cumulato tra il 2030 e il 2050 pari a 57 miliardi di euro. Nell'ipotesi di realizzare 20 gigawatt al 2050, si potrebbero generare circa 27 mila nuovi occupati in Italia al 2050 nella fabbricazione, assemblaggio, progettazione e manutenzione.
Lo rivela una ricerca della "Community Floating Offshore Wind", un'iniziativa di The European House - Ambrosetti insieme a Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d'Italia.
L'Italia è il terzo mercato mondiale per lo sviluppo di eolico offshore galleggiante, secondo il Global Wind Energy Council. Le stime svolte in collaborazione con il Politecnico di Torino indicano un potenziale di 207,3 Gw in Italia per l'eolico offshore galleggiante, più del 60% del potenziale di energia rinnovabile complessiva, con Sardegna, Sicilia e Puglia tra le aree di maggiore potenzialità.
Negli ultimi anni, a livello internazionale l'eolico offshore galleggiante ha registrato un significativo sviluppo. Con più di 30 gigawatt installati al 2022, la Cina è al momento il primo Paese per potenza installata di eolico offshore a fondo fisso e galleggiante. Più del doppio della capacità installata del Regno Unito (13,8 Gw), secondo Paese a livello mondiale in questo specifico segmento, e tre volte la Germania, leader nella Ue con 8,1 Gw installati.
A fronte di questa crescita a livello mondiale, la ricerca mette in luce come la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) preveda che solo il 2% dell'obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore. Inoltre, l'Italia non ha ancora presentato alla Ue i piani di gestione dello spazio marittimo, e per questo è in procedura di infrazione. (ANSA).
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