Passeggiando per Torre Boldone, a metà di via Torquato Tasso, ciò che attira l’attenzione è un grazioso negozio che all’apparenza vende abbigliamento e articoli per la prima infanzia. Tre vetrine colorate, un interno ricco di oggetti e un certo via vai negli orari d’apertura. L’esteriorità fa già battere il cuore, ma questo luogo ha un’anima inaspettata.
È «La Cosa Giusta», un Charity Shop - negozio che vende oggetti usati per raccogliere fondi per beneficenza. Tutto ciò che «La Cosa Giusta» vende arriva infatti da donazioni private dei cittadini di Torre Boldone o dei comuni limitrofi, in alcuni casi da negozi che chiudono o che vogliono dare nuova vita alle eccedenze di magazzino. Da cliente fedele, in rare occasioni ho scovato vestiti ancora con il cartellino!
Lì mi trovo con Josette, ex commerciante di abbigliamento, ora volontaria referente de «La Cosa Giusta», per farmi raccontare la preziosa storia dietro a quelle vetrine.
Durante l’intervista le interruzioni delle altre volontarie o di chi frequenta il negozio sono quasi piacevoli: questo è un negozio vivo, e il giro dei donatori si è ampliato molto negli ultimi anni. Donatori che diventano poi clienti, in un circolo virtuoso.
La storia che nasce da un’idea
Il progetto nasce nel 2016 per sostenere la Comunità de «Il Mantello» di Torre Boldone che quest’anno festeggia il suo ventesimo anniversario. Inizialmente non c’era un negozio vero e proprio, solo il coraggioso progetto di un paio di volontarie, che diedero il via a una richiesta di donazione di vestiti per vestire le ospiti della Comunità.
La risposta dei cittadini di Torre Boldone fu inaspettatamente generosa, così le volontarie decisero di metterla a frutto rimettendo in circolo l’eccedenza degli abiti donati, per beneficenza. La prima vendita di vestiti usati prese vita in uno spazio adiacente alla Comunità «Il Mantello», ma con il crescere dell’attività le volontarie riuscirono ad aprire un primo, piccolissimo negozio a Redona nel 2016.
Il circolo virtuoso a quel punto era avviato, alimentato da chi donava e dall’instancabile lavoro delle volontarie che mettevano anima e cuore nel progetto. Qualche mese dopo si liberò uno spazio a Torre Boldone, e da allora «La Cosa Giusta» si è traferita vicinissima al suo luogo d’origine.
La vita oltre le vetrine
Quando «La Cosa Giusta» è nata la clientela era composta principalmente da persone bisognose; Josette e le volontarie hanno assistito negli anni a un ampliamento dei compratori: giovani, mamme con bambini, anche persone che economicamente non hanno difficoltà ma che credono fortemente nell’economia circolare.
«È molto bello vedere che la nostra clientela è cresciuta tantissimo. Siamo un negozio fortunato: tanta gente viene a farci visita, ci vuole bene. È molto soddisfacente e siamo molto, molto contente. Soprattutto perché – racconta Josette – il progetto è nato un po’ come una prova».
Il risparmio è una delle cause che spinge le persone ad avvicinarsi a «La Cosa Giusta», il racconto prosegue «Riusciamo a mantenere dei prezzi ottimi rispetto a quello che c’è sul mercato, perché noi siamo a costo zero – escluso affitto e poche altre spese. Dobbiamo ringraziare la gente che crede in modo tangibile in questo progetto».
Queste parole hanno un immediato riscontro, perché mentre intervisto Josette in negozio si anima di acquirenti, o semplici curiosi, mentre le volontarie sistemano con cura sugli scaffali la merce arrivata negli ultimi giorni. Gente che chiacchiera, che si informa… l’atmosfera è viva!
Una fitta rete: 30 volontarie e 3 negozi
Non solo la clientela è cresciuta, ma anche lo staff che mantiene attivo questo charity shop. Josette spiega: «Siamo partiti da 5 volontari, ora c’è una trentina di persone volontarie che ruota attorno al negozio. Ci sono anche altri due negozi de “La Cosa Giusta”, uno a Dalmine – nato prima rispetto a quello di Torre Boldone - e uno a Brescia. Stessa causa e stessa Organizzazione di Volontariato, “Esserci”, che a oggi conta 106 volontari e volontarie: chi si occupa dello smistamento in magazzino, chi vive di più il negozio e il contatto con la clientela. Tra i tre negozi “La Cosa Giusta” c’è una fitta rete di comunicazione, che consente di supplire a grandi linee alle esigenze della clientela, in un circolo virtuoso anche dietro le quinte. “La Cosa Giusta” non è gestito solo donne in pensione - perché Josette racconta - abbiamo tra le nostre fila un’insegnante di trent’anni che fa alcuni turni di volontariato»
Anche alcune donne della Comunità «Il Mantello» hanno un ruolo attivo all’interno del negozio, così che possano riavvicinarsi a un contesto di vita sociale. «Noi volontarie siamo molto contente: grazie a questo progetto di economia circolare le ragazze in Comunità hanno un aiuto fantastico, non indifferente… così si riescono ad attuare progetti interessanti per loro».
Il circolo virtuoso
Vedendo il negozio così attivo e pieno di abbigliamento per tutte le età la domanda nasce quasi spontanea, nonostante Josette abbia già in parte risposto: come arriva tutto questo materiale sugli scaffali?
«Abbiamo la fortuna di ricevere parecchia merce e quindi di fare una buona scelta nel momento in cui proponiamo abbigliamento o oggetti da vendere - durante l’intervista c’è via vai nel negozio, e Josette ricambia ogni saluto. - La cosa che ci stimola come volontarie è il bello di questo negozio. La causa per cui siamo nate rimangono le ospiti della Comunità “Il Mantello”, però stare qui è troppo bello. Si vengono a creare dinamiche con clienti affezionati, si è creata una grande famiglia!»
Il negozio in via Torquato Tasso può contare su un Punto di Raccolta in Via Imotorre, sempre a Torre Bolgone, dove viene consegnata dai donatori e dalle donatrici la maggior parte degli oggetti – specialmente quelli ingombranti. Da lì viene poi portata in negozio a seconda alle esigenze del momento e alla stagionalità.
«Le Camille»: un recupero dentro al recupero
L’abbigliamento e gli oggetti per la casa all’interno del negozio sono esposti con ordine, ed è una gioia per gli occhi perdersi tra gli scaffali. Trovare ciò che si cerca, o un pezzo impensato ma che fa al caso nostro, è semplice.
Ma è con un po’ di pazienza e un’attenta ricerca che, a «La Cosa Giusta» ci si imbatte i tesori più inaspettati: sacchi copri-piumoni, coperte per lettini e persino tappeti per animali, tutti realizzati con tessuti di recupero, sapientemente riportati in vita. Queste ultime sono le creazioni de «Le Camille», un gruppo di volontarie che rielaborano scarti di tessitura, avanzi di tappezzeria e “bauli delle nonne” in tutto ciò che si può creare con dei tessuti.
Senza una programmazione prestabilita, «Le Camille» riciclano vecchie trapunte, scarti di tessitura e ritagli che arrivano dalla produzione di tessili per la casa… grazie a vecchie macchine da cucire industriali, anch’esse donate. Perché la maggior parte di loro ha un passato nell’industria dell’abbigliamento, e la maestria si vede.
Josette mi mostra un copri-piumone fatto da «Le Camille», con una dolcissima fantasia a cuori rossi, con federe per cuscini rosse: è stata creata unendo tra di loro strisce di stoffa da 40 cm l’una, che proprio una manifattura di tessili per il letto ha scartato. Le cuciture si intravedono appena, sulla stoffa stampata: lì è scritta la storia di riscatto di un tessuto che altrimenti sarebbe stato l’ennesimo scarto industriale finito in un inceneritore.
«Le Camille» si ritrovano a Pedrengo, ma i loro lavori sono i prodotti vengono poi venduti attraverso «La Cosa Giusta».
Josette mi svela con un sorriso che le piacerebbe conoscere uno sceneggiatore che abiti per una settimana nel negozio, per documentare (idealmente) il mondo, le storie, i legami che si creano in quelle quattro mura. E con “mondo” intende anche nazionalità varie: la proposta è così ampia che attira i gusti e le necessità più diverse. «Succedono anche cose carinissime, prosegue, l’altro giorno è arrivato un bambino con un gioco, spiegando che lo voleva donare – attraverso il negozio – a un altro bambino».
L’ennesima conferma dell’anima preziosa di questo luogo, che connette solidarietà, cittadinanza attiva e riuso con una naturalezza contagiosa.
Acquistare presso «La Cosa Giusta» non aiuta solo a risparmiare, fa del bene anche all’ambiente e soprattutto alle ospiti de «Il Mantello». Qui ridare una seconda vita ha un significato potente, che non si ferma agli oggetti, ma che supporta anche la complessa realtà delle donne in cerca di riscatto che vivono in Comunità.