Un paese intero è pronto a vivere un’estate piena di appuntamenti sportivi come non se ne vedeva da tempo. La pandemia da Coronavirus ci ha impedito di vivere il calore di un abbraccio per un successo ottenuto agli Europei, oppure l’esultanza per un oro alle Olimpiadi. Abbiamo osservato da lontano questi grandi eventi, in un 2021 contraddistinto dalla desolazione degli impianti vuoti e dal terrore di un nemico tanto silente quanto pericoloso. Nei prossimi mesi, fortunatamente, potremo tornare a spingere dal vivo i nostri paladini, impegnati sia nella rassegna continentale che nella kermesse a Cinque Cerchi.
Per prepararsi al meglio a rivivere quelle emozioni, è necessario conoscere soprattutto chi ci ha preceduto, fra curiose storie rimaste rinchiuse negli archivi delle federazioni e trionfi che hanno fatto la storia di un’intera nazione. L’occasione giusta è quella fornita dalla prima edizione di «In Campo», la nuova rassegna di documentari sportivi promossa da CineAgenzia e Ultimo Uomo. In vista degli Europei al via in Germania il prossimo 15 giugno, l’agenzia cinematografica ha deciso di provare a replicare il successo di «Mondovisioni», la rassegna itinerante dei documentari del settimanale Internazionale, e per farlo ha puntato tutto sul magazine online, noto per i suoi approfondimenti sportivi.
Fra le tappe dell’iniziativa non poteva mancare Bergamo, che rappresenterà una delle venticinque sedi scelte dall’organizzazione in tutta Italia e che coinvolgerà il Cineteatro Lottagono per tre martedì consecutivi a partire dal 14 maggio. Nata con l’obiettivo di diventare un appuntamento annuale per tutti coloro che sono appassionati di calcio e non solo, la manifestazione è patrocinata da CSI, Bergamo&Sport e Polisportiva San Paolo. La proiezione di tre documentari in anteprima assoluta nel nostro paese sarà l’occasione per avvicinare un vasto pubblico non solo allo sport, ma anche al mondo del cinema.
Il primo appuntamento, in programma alle 20.45 nella sala cittadina, vedrà la messa in onda di « Copa 71 », film prodotto dalle fuoriclasse del tennis Venus e Serena Williams con la regia di James Erskine e Rachel Ramsay. La pellicola ripercorre la storia del primo Mondiale di calcio femminile, mai preso ufficialmente in considerazione dalla FIFA e dalle varie federazioni calcistiche nazionali, e per questo motivo dimenticato dalla maggior parte dei supporters del mondo del pallone.
Nonostante la scelta del Messico, che aveva ospitato l’anno precedente la Coppa del Mondo maschile vinta dal Brasile sull’Italia, la competizione non ottenne il patrocinio dei principali enti. Richiamò comunque una serie di sponsor di grande livello, un’ampia copertura dei media internazionali, un merchandising in ogni angolo di Città del Messico. Soprattutto, un milione di tifosi riempì lo Stadio Atzeca per festeggiare le nuove paladine del mondo del pallone provenienti da Inghilterra, Argentina, Messico, Francia, Danimarca. Persino dall’Italia, come ricordato da Elena Schiavo, che prese parte al Mondiale e ha partecipato anche all’anteprima del film, lo scorso 13 aprile a Pordenone.
Seguendo questo filone riguardante le storie dimenticate del panorama sportivo, non ci si può perdere il secondo appuntamento in programma il 21 maggio con « Allihopa: the Dalkrud Story ». L’opera, realizzata da Kordo Doski a cavallo fra Canada, Iraq, Stati Uniti e Svezia, racconterà la storia del Dalkurd Fotbollsförening, squadra nata nella cittadina svedese di Borlänge dall’idea di una serie di rifugiati curdi con l’intento di aiutare i più giovani ad ambientarsi nella nuova patria. Unendo nella denominazione il nome della regione del Dalarna e la parola kurd, la formazione è diventata un simbolo di speranza e unità. Ha sfruttato l’aiuto economico da parte della squadra locale dell’IK Brage (all’epoca nella Serie B svedese) e presentato una rosa con età media di 16,4 anni.
Seguendo la cavalcata che ha condotto la Nazionale del Kurdistan dai dilettanti all’ingresso nella storia del calcio europeo, sarà possibile seguire l’undici scandinavo fra interviste, filmati di spogliatoio e riprese di eroi che hanno lottato per l’indipendenza del loro popolo, tra i più grandi gruppi etnici al mondo senza uno Stato.
A chiudere la rassegna sarà martedì 28 maggio la proiezione di « The Home Game », un documentario prodotto da Smari Gunn e Logi Sigursveinsson su una sfida a dir poco al limite della realtà e che sa attraversare i decenni fra i ghiacci dell’Islanda. Venticinque anni fa, in un piccolo villaggio di pescatori, un uomo decise di costruire da solo un campo da calcio ai piedi di un vulcano, con il sogno di fondare una squadra per giocare in casa una partita della coppa nazionale. Il sorteggio decise invece che avrebbero giocato in trasferta, perdendo 10-0 e abbandonando per sempre quel campo, per lo meno sino a quando, un quarto di secolo dopo, Kari Vidarsson decise di risuscitare il sogno del padre: disputare una partita della competizione nazionale in casa e perdere con meno di dieci gol di scarto.
Un’impresa a dir poco complicata, con Kari che decide di seguire la filosofia paterna arruolando chiunque voglia contribuire, compresi un pescatore e suo figlio, un riluttante parroco protestante e una madre di tre figli. L’ingresso della donna rischia di mettere in pericolo la partita, in quanto le squadre miste non sono ammesse dalla Federazione Islandese. Per scoprire come andrà a finire, però, bisognerà prendere parte alla proiezione.
Come per tutti e tre gli appuntamenti, lo spettacolo cinematografico sarà in lingua originale con sottotitoli in italiano e con inizio alle 20.45, preceduto da una breve presentazione. Il costo dell’ingresso sarà fissato a 6,50 euro, ridotto a cinque per gli Under 14, gli Over 65, i tesserati delle associazioni sportive. I biglietti saranno acquistabili in cassa oppure online sul sito.