>>>ANSA/ Italia verso il 50% dell'elettricità da rinnovabili

(di Stefano Secondino) (ANSA) - RIMINI, 28 FEB - L'Italia può arrivare già quest'anno a coprire metà della produzione di elettricità con le fonti rinnovabili. Eolico e fotovoltaico negli ultimi due anni hanno avuto un'accelerazione innegabile: i governi Draghi e Meloni hanno rimosso un bel po' di ostacoli burocratici, e le aziende hanno potuto realizzare nuovi impianti, prima bloccati.

Ma molto rimane ancora da fare. Le regole mancano o sono poco chiare, la burocrazia è ancora lenta, gli incentivi promessi non si vedono.

E' un quadro con luci ed ombre quello che uscito fuori oggi dal Key Energy Summit di Rimini, il convegno che ha riunito le associazioni di impresa delle rinnovabili e il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Un evento che ha aperto la seconda expo italiana delle fonti pulite, Key, che quest'anno vive un autentico boom: espositori aumentati del 30% rispetto all'anno scorso, il 35% dall'estero (Cina in primis, fortissima sul solare). E poi 300 fra buyer e delegazioni internazionali, da 57 paesi.

Al centro della discussione del Key Energy Summit, c'è stato il rapporto "Il governo del sistema, una strategia coordinata per le rinnovabili" presentato dalla società di consulenza energetica Athesys.

I punti salienti dello studio sono due. Il primo, è che l'Italia già nel 2024 potrebbe arrivare al 50% della produzione elettrica dalle rinnovabili. La generazione termoelettrica nel suo complesso, pur coprendo ancora circa il 62% della produzione nazionale, nel 2023 è scesa del 17,4% rispetto all'anno precedente. Di contro, la generazione rinnovabile ha guadagnato terreno, con un +20% anno su anno, dovuta soprattutto al recupero di idroelettrico ed eolico.

Il secondo punto dello studio, è che un maggiore sviluppo delle rinnovabili rispetto all'ultima versione del Pniec (il piano nazionale dell'energia) potrebbe portare risparmi nella bolletta degli italiani fino a 25 miliardi di euro complessivi dal 2024 al 2035.

Il piano preparato dal governo prevede di arrivare al 65% dei consumi nazionali coperti da rinnovabili nel 2030. Ma Elettricità Futura, l'associazione di categoria aderente a Confindustria, pensa che si potrebbe e si dovrebbe arrivare al 73%. In questo modo, non solo si risparmierebbero 25,1 miliardi in bolletta nei prossimi 11 anni, ma si taglierebbero gli acquisti di combustibili fossili di 5,1 miliardi e la tassazione Ets delle emissioni per 10,4 miliardi.

Simone Togni di Anev (eolico) ha riconosciuto al governo di aver velocizzato le autorizzazioni per gli impianti, ma ha aggiunto che mancano ancora norme chiare e leggibili sui passaggi burocratici. Per Agostino Re Rebaudengo (Elettricità Futura), il decreto sulle aree idonee alle rinnovabili in preparazione da parte del Mase complica le cose invece di semplificarle. Attilio Piattelli del Cordinamento Free ha chiesto di ridurre la massa di richieste di autorizzazioni inutili che intasa gli uffici, mentre per Paolo Rocco Viscontini di Italia Solare serve una regia che aiuti nella corretta localizzazione degli impianti.

Il ministro Pichetto ha risposto che il decreto Fer X (che stabilisce un nuovo sistema di tariffe per incentivare le rinnovabili) è stato completato dal MInistero, ma è sotto esame dalla Ue. Quanto alle aree idonee, ha ricordato che il decreto ministeriale ora è alla Conferenza delle Regioni. E qui, chi coordina l'esame del dossier è la Sardegna, dove la neopresidente Alessandra Todde ha annunciato una moratoria di tutti i nuovi impianti eolici. "Io sono disponibile a tutti i tipi di confronti - ha detto rivolta alla governatrice -.

Dobbiamo trovare una mediazione". (ANSA).

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