Scienza e Tecnologia
Sabato 02 Marzo 2024
Dalla sonda-reporter LiciaCube nuovi dati sull'asteroide Dimorphos
Sono una miniera di dati, le nuove immagini inviate a Terra dalla piccola sonda-reporter tutta italiana LiciaCube, testimone del primo esperimento di difesa planetaria condotto nel 2022 nella missione Dart della Nasa. Lanciato alla velocita' di 22.500 chilometri orari, il veicolo pesante mezza tonnellata ha colpito Dimorphos, il satellite dell'asteroide Didymos, modificandone la traiettoria. Adesso le foto piu' dettagliate di quell'evento, che raccontano quanto e' accaduto nei secondi successivi all'impatto, mostrano i lunghi pennacchi di detriti e polveri, nelle foto analizzate da un vasto gruppo di ricerca internazionale coordinato dall'Istituto Nazionale di Astrofisica. I risultati sono pubblicati sulla rivista Nature.
LiciaCube e' stata la prima sonda interplanetaria made in italy, progettata, costruita e operata per l'Agenzia Spaziale Italiana dall'azienda torinese Argotec e della squadra scientifica, coordinata da Inaf e Asi, fanno parte l'Istituto di fisica applicata 'Nello Carrara' del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Politecnico di Milano e le universita' di Bologna e Parthenope di Napoli. A catturare le immagini prima e dopo l'impatto sono stati i due strumenti a bordo di LiciaCube, chiamati Luke e Leia.
"LiciaCube ha acquisito 426 immagini degli effetti prodotti dall'impatto", rileva Elisabetta Dotto dell'Inaf, prima autrice dell'articolo e coordinatrice del gruppo che lavora al programma LiciaCube sin dalla sua ideazione. Si tratta di risultati importanti per la comunita' scientifica di tutto il mondo perche' sono le uniche mai raccolte direttamente nella prima missione di difesa planetaria. "Il materiale espulso dal cratere di impatto - dice Dotto - ha formato un cono con un angolo di apertura di circa 140 gradi e una struttura complessa e disomogenea, caratterizzata da filamenti, granelli di polvere e massi singoli o raggruppati espulsi a seguito dell'impatto stesso di Dart. Le immagini - prosegue la ricercatrice - hanno mostrato che la parte piu' interna della coda aveva un colore bluastro e diventava via via piu' rossa con l'aumentare della distanza da Dimorphos. La velocita' dei materiali espulsi varia da poche decine a circa 500 metri al secondo".
Per Alessandro Rossi dell'Ifac-Cnr, "la complessa dinamica delle particelle espulse dall'impatto costituisce un'affascinante laboratorio di meccanica orbitale che verra' studiato a lungo dalla comunita' delle scienze planetarie". A determinare la traiettoria di LiciaCube sono stati i ricercatori dell'Universita' di Bologna, con Marco Zannoni.
La missione e i dati che ha prodotto dimostrano che i piccoli veicoli spaziali come LiciaCube, i cubesat, "sono ormai pronti per missioni sia tecnologiche sia scientifiche nello spazio profondo e che l'Italia e' in grado di essere un attore principale in questo contesto", rileva Angelo Zinzi, Project Scientist Asi per LiciaCube.
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