Clima, la Terra sta per superare 5 punti di non ritorno

Per colpa del riscaldamento globale, il sistema Terra è ormai prossimo a superare cinque punti critici di non ritorno per il clima (il collasso delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide occidentale, il diffuso disgelo del permafrost, lo stop della corrente marina del Labrador nel nord dell'Atlantico e la scomparsa delle barriere coralline), mentre altri tre potrebbero essere superati nel prossimo decennio. A lanciare l'allarme, in occasione della Cop 28 di Dubai, è il rapporto Global Tipping Points Report, prodotto da un gruppo di oltre 200 ricercatori di 26 Paesi coordinati dall'Università di Exeter, in collaborazione con il Bezos Earth Fund. Per l'Italia hanno partecipato esperti delle università di Padova, Brescia, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e del Cnr.

Il riscaldamento globale, sempre più vicino a superare la soglia di 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, sta alterando gradualmente gli equilibri del pianeta. Come in tutti i sistemi complessi, ci sono punti e luoghi più sensibili ai cambiamenti e altri più resistenti, ma nessun punto di equilibrio può resistere per sempre: superato un certo livello di pressione, osservano i ricercatori, non è più possibile tornare indietro.

Questi punti critici "pongono delle minacce di una grandezza mai affrontata prima dall'umanità", spiega Tim Lenton del Global Systems Institute dell'Università di Exeter. “Possono innescare devastanti effetti domino, inclusa la perdita di interi ecosistemi e della capacità di coltivare colture fondamentali, con impatti sociali che includono migrazioni di massa, instabilità politica e collasso finanziario". D'altra parte esistono anche molti punti di svolta positivi, che possono accelerare la transizione verso un’economia a emissioni zero o negative. “Ciò sta già accadendo in settori che vanno dalle energie rinnovabili e i veicoli elettrici ai movimenti sociali e alle diete a base vegetale. Ora - aggiunge Lenton - è il momento di scatenare una cascata di punti di svolta positivi per garantire un futuro sicuro, giusto e sostenibile per l’umanità”.

In questo scenario la finanza potrebbe giocare un ruolo centrale nel facilitare la transizione ecologica, ma al momento "sta alimentando un'economia saldamente ancorata a una traiettoria verso i 3 gradi entro il 2100", conclude Francesco Lamperti, professore associato all’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna e co-autore del rapporto.

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