Nell’inverno del 2021, in vista dell’anno della Cultura 2023 per i capoluoghi di Bergamo e Brescia, era stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra le province e i comuni capoluogo per la realizzazione di una ciclovia di 75 chilometri, destinata a unire le due città offrendo l’opportunità di scoprire il patrimonio garantendo sicurezza e piacevolezza sui pedali. L’idea iniziale prevedeva un tracciato che riconnettesse il territorio, mettendo in risalto siti storico-culturali e aree naturali, anche attraverso opere di land art e street art , con l’obiettivo di rilanciare modelli di turismo alternativo. I cantieri iniziarono con un po’ ritardo e, nella primavera del 2024, la ciclovia venne inaugurata con due carovane in bicicletta, partite rispettivamente da Bergamo e Brescia e guidate dai sindaci delle due città. Le due comitive si riunirono a Paratico, sulle sponde del lago d’Iseo, dove, insieme ai 28 sindaci dei comuni attraversati e al presidente della Regione, si svolse il taglio del nastro. Attualmente la ciclovia consta di un percorso di 76 chilometri, ricavato unendo le ciclovie esistenti sul territorio e alcuni anelli aggiuntivi e itinerari turistici da percorrere a piedi o in bicicletta per raggiungere gli oltre ottocento punti di interesse. A circa un anno dall’inaugurazione abbiamo deciso di percorrere la ciclovia, descrivendo l’itinerario e valutando la ciclabilità.
Da Bergamo al lago d’Iseo
La prima parte della ciclovia si svolge perlopiù in terra bergamasca collegando Bergamo a Sarnico passando per Seriate, Brusaporto, Bagnatica, Costa di Mezzate, Montello, Gorlago, Carobbio degli Angeli, Chiuduno, Grumello del Monte, Tagliuno, Calepio e Credaro.
Saliamo in sella in Città Alta e da Piazza Cittadella discendiamo le mura veneziane lungo le corsie ciclabili tratteggiate (bike lanes) fino a Porta Nuova dove prendiamo la direttrice A comunale che tra un marciapiede e l’altro percorre via Borgo Palazzo fino a Seriate. Per non procedere lungo lo stretto provinciale, il percorso prevede una deviazione con tre barriere dissuasorie che oltrepassa il Serio e poi continua attraversando il centro, la ferrovia e il quartiere San Giuseppe dove, con una seconda deviazione al parco A.R.A, raggiungiamo via Brusaporto. Questo primo tratto ricalca l’itinerario per le due ruote lungo la direttrice est, valutato nella mappatura della ciclabilità dell’hinterland bergamasco. Proseguiamo lungo via Brusaporto, dove un breve tratto di ciclabile tratteggiata lascia presto spazio a una nuova ciclopedonale. Dopo meno di un chilometro, però, il percorso si restringe fino a diventare una stretta stradina, interrotta da paletti gialli. Entrati a Brusaporto, l’itinerario continua sul marciapiede della via principale, dove una pensilina dell’autobus rappresenta l’ennesimo ostacolo, per poi deviare verso il castello di Rivola. Proseguiamo tra i campi, seguendo strade secondarie e ciclopedonali, fino a rientrare sulla strada principale attraversando il centro abitato di Bagnatica. La ciclopedonale del paese, di recente costruzione, segue un tracciato che attraversa tutte le aiuole alberate del viale: non proprio una scelta lungimirante.
Entrati a Costa di Mezzate lasciamo il provinciale e ci addentriamo tra i vicoli del pittoresco borgo per poi costeggiare i campi e il torrente Zerra fino a Montello. In corrispondenza del municipio continuiamo su bike lanes attraversando la ferrovia per poi proseguire sul marciapiede del provinciale. A Gorlago costeggiamo la centrale Terna e pedaliamo per strade secondarie che con un lungo giro ci riportano nei pressi del provinciale dopo aver attraversato il torrente Cherio e il centro di Carobbio degli Angeli. Proseguiamo in carreggiata attraversando Chiuduno, poi nell’area industriale imbocchiamo una strada nei campi che attraversa il torrente Tirna ed entra a Grumello dove continuiamo un po’ su ciclopedonale, un po’ su strada fino ai pressi del fiume Oglio. Imbocchiamo dunque la ciclovia dell’Oglio che prevede tratti su strada e nel bosco attraverso Calepio, e Credaro. Questo tratto, piuttosto piacevole, prevede un paio di salite ostiche (pendenza >10%) e una discesa nel bosco su stradina sterrata non proprio alla portata di tutti. In alternativa è presente qualche strada più accessibile ma non facilmente identificabile se non si conosce la zona. Superata la diga di Fosio entriamo a Sarnico pedalando in carreggiata lungo la stretta via Manzoni fino a raggiungere le sponde del lago d’Iseo.
Dal lago d’Iseo a Brescia
La seconda parte della ciclovia corre in territorio Bresciano collegando Paratico a Brescia attraverso Clusane, Cremignane, Timoline, Provaglio d’Iseo, Monterotondo, Passirano, Franciacorta, Paderno, Rodengo Saiano, Gussago e Cellatica. Dopo un gelato al ristorante vista lago rimontiamo in sella, attraversiamo il ponte ed entriamo a Paratico dove proseguiamo in carreggiata costeggiando le rive fino ad imboccare una ciclopedonale che in circa 3 km ci porta a Clusane, frazione d’Iseo. Attraversiamo le strette vie del centro paese e superiamo la strada provinciale SP12 per imboccare via delle Polle, una strada di campagna che allontanandosi dal lago ci porta alla frazione di Cremignane, nei pressi della Riserva Naturale Torbiere del Sebino. Attraversata la SPXI continuiamo su via Santa Giulia, tra i campi, fino a Timoline, poi pieghiamo verso est e superata la statale raggiungiamo la chiesa di San Carlo dove ci godiamo la vista dell’area umida, dichiarata zona di protezione speciale Natura 2000.
Superata la stazione di Provaglio-Timoline affianchiamo la provinciale SP71 su ciclopedonale ed entriamo a Provaglio d’Iseo. Attraversato il centro storico pieghiamo decisamente a sud imboccando via Enrico Fermi, una strada di campagna di circa 3 chilometri che attraverso campi e vigneti ci porta a Monterotondo. Proseguiamo lungo un tratto di ciclopedonale che fiancheggia la statale SP49, poi giriamo a destra e riprendiamo la campagna sempre pedalando verso sud. Dopo circa 2 km giungiamo nei pressi del Castello di Passirano, attraversiamo il comune omonimo pedalando lungo le corsie tratteggiate per poi continuare su strade di campagna. Superata la linea ferroviaria Brescia-Iseo entriamo a Paderno Franciacorta e attraversiamo il centro storico sempre pedalando sulle corsie ciclabili.
Superata nuovamente la linea ferroviaria lasciamo il borgo e ci immergiamo nuovamente nella campagna piegando questa volta verso sud-est. Il paesaggio è aperto e ondulato e la pedalata prosegue tra i vigneti e i campi della Franciacorta fino alla strada statale 510 Sebina Orientale che superiamo con un sovrappasso ciclopedonale per poi entrare nell’abitato di Rodengo che attraversiamo lungo le corsie tratteggiate. La ciclovia riprende nei campi e superato il torrente Gussago corre lungo via Staffoli per circa 3 chilometri fino a Gussago che viene costeggiato lungo il confine meridionale per poi continuare fino a Fantasina, frazione di Cellatica. Sempre su strade secondarie percorriamo l’ultimo tratto di campagna fino a Chiusure, quartiere occidentale della cintura periurbana di Brescia. Dal Parco Torricella di Sotto imbocchiamo una comoda ciclabile a doppia corsia che attraversa il torrente Mella e la tangenziale attraverso i quartieri residenziali e gli impianti industriali della circoscrizione ovest per 3 chilometri. Giunti ormai in centro la comoda ciclabile termina e siamo costretti a proseguire in carreggiata lungo Corso Garibaldi, l’antico decumano che ci porta a Piazza della Loggia, al complesso di San Salvatore-Santa Giulia e infine al Piazzale Arnaldo dove il nostro viaggio termina.
Una ciclabile a metà, nel tratto di Bergamo restano una quarantina di punti critici
La prima parte della ciclovia della cultura, da Bergamo a Sarnico, ricalca grossomodo il tracciato esistente della ciclabile dei laghi facente parte del progetto transalpino lanciato da FIAB un ventennio fa. Il restyling ciclabile ha comportato l’affissione di nuova segnaletica, la realizzazione di qualche nuovo tratto e la risoluzione di diverse decine di criticità, individuate da Poliedra, il consorzio del Politecnico di Milano cha ha lavorato alla progettazione del tracciato. Restano comunque una quarantina di punti critici, circa uno al chilometro, non proprio il massimo per una ciclovia presentata come accessibile e sicura. Nello specifico si tratta di paletti, strettoie, barriere, pensiline e attraversamenti importanti che rendono i 42 chilometri bergamaschi un percorso ad ostacoli. Nel complesso la prima parte dell’itinerario si svolge su ciclabili tratteggiate (10%), ciclopedonali (40%) e in carreggiata (50%) in un’area fortemente urbanizzata caratterizzata da centri storici, aree residenziali e industriali periurbane.
La seconda parte della ciclovia della cultura ricalca il tracciato della ciclabile Paratico-Brescia che corre tra le colline della Franciacorta, lontano dalle infrastrutture viabilistiche principali e attraversando di tanto in tanto piccoli comuni. In questo caso le criticità risolte sono state una trentina, consistenti in paletti, transenne e attraversamenti pericolosi. Per l’attraversamento dei centri storici di Rodengo Saiano, Paderno Franciacorta, Passirano, Provaglio d’Iseo, caratterizzati da strade molto strette, sono state disegnate corsie ciclabili tratteggiate che rendono le biciclette più visibili. Nel complesso l’itinerario si svolge tra corsie tratteggiate (10%), piste ciclabili e ciclopedonali (23%) e strade secondarie e di campagna (67%) per 39 km totali tra i vigneti della Franciacorta. Il percorso è piacevole, scorrevole e sicuro anche nella periferia ovest di Brescia grazie alla ciclabile a doppia corsia che consente l’accesso al capoluogo.
Nonostante l’accurato lavoro di ricucitura svolto da Poliedra, che ha permesso di risolvere più di un centinaio di criticità, l’itinerario nella prima metà resta discontinuo. Il problema, oltre che dalla ciclovia in sé, nata come rattoppo e non come infrastruttura, è il contesto in cui si inserisce: la pianura bergamasca, soffocata da un’urbanizzazione selvaggia, offre un paesaggio grigio e compromesso, in cui la ciclabile non può fare altro che zizzagare tra strade, capannoni e allevamenti mentre le colline della Franciacorta , caratterizzate dai vigneti, cascine e isolati sparsi regalano un itinerario continuo e scorrevole, lontano dal traffico e immerso nel verde.
Prima di mettermi in sella sulla Ciclovia della Cultura, avevo visitato il sito ufficiale , dove si trovano informazioni sul tracciato e sui punti di interesse. Dal video promozionale mi ero immaginato una ciclabile strutturata, sicura e accessibile, simile a quelle dell’Adige o del Po, perfetta per il turismo lento, come ribadito più volte sul sito stesso.
Purtroppo, la realtà si è rivelata ben diversa: già dai primi chilometri mi sono trovato a districarmi tra marciapiedi sconnessi e deviazioni snervanti, in un percorso frammentato e frustrante. Sul sito di Visit Bergamo, viene consigliato di percorrere la ciclovia in più giorni, per poter assaporare al meglio il territorio. Le quattro tappe suggerite — Bergamo-Montello, Montello-Paratico, Paratico-Passirano e Passirano-Brescia — sono di circa venti chilometri ciascuna.
Se non avete ancora programmato le vacanze di Pasqua, potreste prendere in considerazione l’idea di pedalare tra Bergamo e Brescia. Avrete così l’occasione di immergervi nella magia della pianura e, tra una provinciale e l’altra, godervi una notte romantica a Montello. Per completare l’esperienza, mancano solo le opere di land art, perfette per scattare un selfie da condividere sulla seguitissima pagina Instagram del progetto (66 followers), rendendo il tutto ancora un po’ più… cringe. Insomma, al di là degli slogan accattivanti e delle copertine patinate ciò che rimane è il solito patchwork creativo di marciapiedi e stradette, a dimostrazione del fatto che forse, più che una ciclovia della cultura, sarebbe servita un po’ più di cultura della ciclovia.