Scienza e Tecnologia
Martedì 20 Giugno 2023
Anche le giraffe, come le scimmie, conoscono le probabilità
Come le scimmie e alcuni pappagalli, anche le giraffe sanno fare statistica: sono in grado di scegliere dove cercare il cibo migliore sulla base di semplici considerazioni probabilistiche. Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports e coordinato da Federica Amici, dell'Universita' di Leipzig in Germania e dell'Istituto tedesco Max Planck. I risultato suggerisce in particolare che le dimensioni del cervello, in proporzione al corpo, non sarebbero un prerequisito necessario per sviluppare queste abilita' cognitive. E' noto da tempo che i primati e molti uccelli, come i pappagalli Chea, hanno delle abilita' numeriche rudimentali, in particolare sanno elaborare delle informazioni e prevedere quale evento possa essere piu' probabile. Alla lista si aggiungono ora le giraffe, in particolare 4 esemplari dello zoo di Barcellona, 2 maschi e 2 femmine che hanno superato con successo alcuni test ideati per valutare le abilita' statistiche. I test consistevano nel far vedere alle giraffe due contenitori trasparenti con diverse quantita' di listarelle di carote (delle quali le giraffe sono golose) e di zucchine (che sono invece molto poco gradite); successivamente il ricercatore prendeva una manciata di cibo da ciascun contenitore tenendola nel pugno chiuso, cosi' da non permettere alle giraffe di scegliere visivamente. I test sono stati ripetuti piu' volte, anche modificando le percentuali di carote e zucchine nei contenitori, ma nella stragrande maggioranza delle volte le giraffe hanno scelto la mano che pescava nel contenitore un maggior numero di carote. Un comportamento che, secondo i ricercatori, indica che anche le giraffe, cosi' come altri animali che hanno superato test analoghi, sono in grado di selezionare la mano che aveva maggiori probabilita' di contenere listarelle di carota. Inoltre, date le dimensioni relativamente piccole del cervello delle giraffe, gli autori della ricerca suggeriscono che un cervello grande potrebbe dunque non essere un prerequisito per lo sviluppo di abilita' statistiche complesse e che la capacita' di fare previsioni probabilistiche potrebbe essere piu' diffusa nel regno animale di quanto si ritiene.
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