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È in base a questi ultimi costi, infatti, che si calcolano i balzelli. I ritocchi variano poi a seconda della zona in cui si edifica (centro storico, aree di completamento, aree di espansione) e di cosa si va a costruire (case, alberghi, artigianale). Arriverà la stangata, ma pare sia in realtà meno peggio di quanto sembri sulla carta: «Abbiamo visionato ritocchi che viaggiano mediamente sul 49% per il residenziale, sul 70% per l'industriale-artigianale al +70% e sul 90% per l'alberghiero-direzionale. Certo, ci sono dei meccanismi incentivanti che permettono di abbattere i costi se si procede a interventi per il risparmio energetico, ma bisogna vedere se il gioco vale la candela. Realizzare certe opere potrebbe essere così costoso da annullare gli sconti», spiega il presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili Bergamo Paolo Ferretti. Vero è che ci sono interventi facoltativi, ma anche quelli obbligatori che, come le coibentazioni, portano automaticamente allo scomputo di quote di oneri. E sarebbero proprio i meccanismi incentivanti a creare il divario fra 20%-30% su cui ragiona il Comune e le cifre citate dall'Ance. Prima d'ora, a Bergamo gli oneri sono stati aggiornati nel 2005: era un ritocco parziale perché tutto era fermo dal 1992 e la Giunta Bruni aveva optato per presentare un conto «soft» ai costruttori. Ora la misura verrà applicata nella sua interezza. L'assessore all'Edilizia privata Francesco Macario, titolare della delibera, va dritto al sodo: «Non facciamo i salti di gioia nell'applicare questi aumenti ora, a quattro mesi dalle elezioni, e i tagli al bilancio non c'entrano nulla. Si tratta di un gesto di correttezza amministrativa: la legge prevede questi adeguamenti e noi li applichiamo, anche se non è certo una buona pubblicità. Dobbiamo e vogliamo consegnare i conti in ordine alla futura amministrazione, di qualsiasi colore essa sia. Chi ha bloccato gli adeguamenti dal 1992 si assumerà le proprie responsabilità». «È vero che la legge è regionale e che l'adeguamento va fatto - prosegue Ferretti -. Però, in un momento difficile per il settore come questo, sarebbe stato preferibile un adeguamento parziale. I margini per la manovra c'erano. Gli aumenti colpiranno i costruttori, ma anche gli acquirenti che si troveranno abitazioni con prezzi aumentati. Sarebbe stato positivo un occhio di riguardo ulteriore». Poi aggiunge: «È verissimo che siamo stati contattati dal Comune, coinvolti nel calcolo, e dal punto di vista tecnico le cose sono state fatte bene. Il problema è più politico».
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