Lunedì 26 gennaio sono intervenute in qualità di parti civili l'Asl, che ha chiesto 370 mila euro di risarcimento per voce dell'avvocato Marco Zambelli, degli Ospedali Riuniti (avvocato Antonio Maria Galli) che ne vogliono 150 mila come la Regione Lombardia che ne chiede 200 mila ed è rappresentata dall'avvocato Antonella Forloni. L'Asl rileva corruzione nei rapporti tra Rossattini e l'architetto Benvenuto Bonacina in merito all'incarico di progettazione conferito a quest'ultimo per la ristrutturazione di tre consultori dell'Azienda sanitaria locale: incarico - sostiene l'accusa - passato per tre delibere, anziché una, per spezzettare ad arte l'importo e non superare il tetto oltre il quale sarebbe stata obbligatoria la gara d'appalto. Un favore a Bonacina per il quale Rossattini avrebbe ricevuto in cambio 50 milioni di lire. L'avvocato Marco Pievani, difensore di Bonacina, ritenuto responsabile di concorso in corruzione, ha ribattuto che quei 50 milioni erano un prestito che Rossattini avrebbe restituito nel giro di un anno. Se fosse stata una tangente - ha spiegato Pievani - non sarebbero circolati soldi usando i rispettivi conti correnti ma Boancina e Rossattini avrebbero usato accorgimenti per mascherare l'operazione. Pievani ha chiesto dunque l'assoluzione «perché manca la prova della corruzione». In mattinata aveva parlato in difesa di Bonacina l'avvocato Francesca Longhi, prospettando l'ipotesi di prescrizione del reato, «perché l'episodio risale a più di sette anni e mezzo fa».
La Regione reclama invece giustizia «per il danno di immagine subito» a causa dei rapporti tra Rossattini e altri imputati agli Ospedali Riuniti ma anche «perché la vicenda ha avuto un'enorme risonanza sui media». Gli Ospedali Riuniti chiedono il risarcimento «per danni morali». Il 23 marzo ultima udienza prima della sentenza: parleranno i difensori di Rossattini.
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