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Martedì 22 Ottobre 2013
Lettera dell'Inps a un pensionato:
«Ci deve restituire un centesimo»
L'Inps chiede a un pensionato romagnolo di 84 anni un centesimo, percepito oltre il dovuto fra il primo gennaio '96 e il 31 dicembre 2000. L'importo può essere anche rateizzato, oppure si può proporre un'azione giudiziaria.
Ovvio lo stupore e l'incredulità per l'ex commerciante di Riccione, Emilio Casali, titolare di una boutique in viale Dante, quando si è visto recapitare la raccomandata dalla sede di Roma dell'ente con allegato tanto di bollettino di versamento in conto corrente postale.
«Sembrava uno scherzo, non volevo credere ai miei occhi - afferma mostrando ai cronisti la lettera che riporta il logo Inps - non riuscivo a capire, addirittura la richiesta di restituire 0,01 euro, un centesimo in più avuto in cinque anni».
La lettera riporta la motivazione della richiesta: «Sono state corrisposte quote di pensione non spettanti in quanto l'ammontare dei redditi personali è superiore ai limiti della legge 335 del 1995». C'è pure la data di scadenza per onorare il debito, giovedì 14 novembre, e comunque entro 30 giorni dal ricevimento della missiva, recapitata il 15 ottobre, il pensionato potrà verificare con l'Inps «la possibilità di rateizzare il rimborso».
E «nel caso volesse impugnare il provvedimento, potrà presentare ricorso entro 90 giorni dalla comunicazione». Inoltre, in assenza della risposta, a tre mesi dalla presentazione del ricorso amministrativo «potrà proporre un'azione giudiziaria da notificare direttamente all'Inps».
«Mi chiedo se l'Italia può essere considerata un Paese con un futuro - commenta il figlio di Casali, Claudio - se spende 5 euro per la raccomandata, più i soldi della carta, i costi dei dipendenti per l'impostazione della pratica. Euro che si aggiungono a quelli che spenderemo per recarci in posta e per pagare le tasse del bollettino. Tutto questo per incassare un centesimo!».
«Per assurdo - aggiunge - se proprio l'Inps volesse incassare questa "poderosa" cifra, avrebbe potuto farlo trattenendola dall'erogazione della stessa pensione». Al momento il pensionato e suo figlio sono intenzionati a non pagare per dimostrare l'assurdità della vicenda: «Stiamo a vedere - dice Claudio Casali - cosa accadrà dopo la scadenza del 14 novembre, poi decideremo cosa fare, magari scegliendo di rateizzare l'importo. Se incorriamo negli interessi di mora vedremo come faranno a calcolarli».
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