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Mercoledì 16 Ottobre 2013
Renzi e il «copia e incolla»
di Franco Cattaneo
Uno come Matteo Renzi, che intende rivoltare il Pd e l'Italia al pari di un calzino, può permettersi taluni eccessi. Qualche lusso corsaro, visto che è già in campagna elettorale.
Il punto, comunque, non è la questione di merito, tanto più che non se ne farà niente. Non è però gradevole l'estetica di trattare in modo disinvolto diritti umani e costituzionali (violati) come quelli dei detenuti. Non lo è soprattutto per chi ambisce ad essere il più liberale fra i democratici, il cui liberalismo scappa dinanzi alle porte del carcere. E non lo è per chi semina il sospetto di confezionare proposte con un copia e incolla dei sondaggi. Si dirà che così fan tutti, nel senso che la dittatura del senso comune è il nuovo verbo. Però il Gianburrasca ha promesso di essere qui e ora il futuro alternativo, peccato che vellicando la pancia del Paese replichi il vecchio standard del ventennio berlusconiano. E come Renzi ha capito all'assemblea degli industriali di Verona, la sua capacità espansiva a destra non è una marcia trionfale. Ha talento, ma è prigioniero di una leggerezza adolescenziale ritmata dal battutismo: lo sguardo pur vasto raramente è profondo, senza evolvere in osservazione. Per diventare un leader vero deve maturare. A meno che si accontenti di essere soltanto un «diversamente democratico».
Franco Cattaneo
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