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Giovedì 10 Ottobre 2013
Le Diocesi pronte all'accoglienza
Anche Bergamo è già in campo
Per la Diocesi di Bergamo l'accoglienza dei migranti non è cosa nuova. Oggi sono ancora una settantina le persone presenti in provincia, giunte da Lampedusa. E 25 di loro sono accolte presso strutture idonee, mentre una cinquantina usufruiscono dei servizi Caritas come mense e dormitori.
La prima azione sarà l'apertura di un ufficio della Caritas sull'isola, con l'intento di diventare punto di riferimento per l'intera popolazione e per le realtà istituzionali e di terzo settore impegnate nell'accoglienza dei migranti. Si tratterà di un presidio operativo stabile, coordinato da Caritas e Fondazione Migrantes insieme alla diocesi di Agrigento. La seconda linea d'intervento è la disponibilità a sostenere i costi per un'accoglienza adeguata e dignitosa verso le situazioni più delicate, quali quelle legate a donne e minori. Questi, grazie al sostegno della Caritas, potranno essere temporaneamente ospitati in strutture alberghiere dell'isola, fino al trasferimento definitivo.
La Caritas mette in evidenza la presenza nel Centro di bambini in tenera età e di minori con patologie gravi, nonché di adulti che necessitano di interventi sanitari mirati e di un ambiente adeguato per l'accompagnamento socio-sanitario.
Dopo l'appello di Papa Francesco ad aprire le porte ai fratelli migranti, le Caritas diocesane si rendono disponibili all'accoglienza dei sopravvissuti e di coloro che oggi sono sull'isola di Lampedusa in attesa di un trasferimento e che vivono in condizioni di grave disagio.
Per la Diocesi di Bergamo l'accoglienza dei migranti non è cosa nuova. Oggi sono ancora una settantina le persone presenti in provincia, giunte da Lampedusa. E 25 di loro sono accolte presso strutture idonee, mentre una cinquantina usufruiscono dei servizi Caritas come mense e dormitori.
«Ci si sta muovendo il più rapidamente possibile - spiega don Claudio Visconti, direttore della Caritas diocesana bergamasca e delegato regionale di Caritas Lombardia - per capire anzitutto quante diocesi, delle 220 presenti in Italia, confermano la disponibilità all'accoglienza. Ciascuna diocesi cercherà di capire quali persone hanno bisogno di accoglienza e di assistenza, per poter valutare le strutture, le risorse e i servizi presenti nella propria diocesi. È molto diverso un progetto di accoglienza per minori oppure per famiglie oppure per uomini adulti».
Il migliaio di persone presenti al Centro di accoglienza di Lampedusa potrebbe facilmente, guardando ai numeri, essere accolto nelle diocesi italiane. «Come Caritas bergamasca - continua don Visconti - ci stiamo interessando per comprendere quale tipo di accoglienza ci viene richiesta e quale progetto possiamo mettere in atto. Dal punto di vista prettamente tecnico e burocratico per noi non è un'esperienza nuova, ma ogni storia umana è unica e ha bisogno di un aiuto adeguato».
Don Visconti vuole sottolineare che accogliere non significa solo dare un posto per dormire. «Vuol dire - spiega - preparare da mangiare, approntare percorsi per l'apprendimento dell'italiano, curare lo stato di salute fisico e psichico e dare loro una prospettiva del domani, che non sempre si ferma alla nostra città. Per molti l'Italia è solo un passaggio verso altre nazioni. I passi che compiamo vanno fatti bene, per non compromettere il loro cammino e anche per il bene nostro, di noi che abitiamo la città».
Don Visconti guarda avanti. «La crisi economica attuale nelle nostre famiglie può creare disagio e fatica anche verso l'accoglienza. Una cosa bella che sto vedendo è come per i più giovani, per i ragazzi, l'integrazione sia normale e più spontanea. Credo che la seconda generazione possa essere luogo significativo di integrazione».
Monica Gherardi
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