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Giovedì 10 Ottobre 2013
Eliminato il reato di clandestinità
Primo sì del Senato dopo Lampedusa
La Commissione giustizia del Senato ha approvato mercoledì 9 ottobre un emendamento del Movimento 5 stelle che cancella il reato di immigrazione clandestina con l'ok del governo. Un primo passo dunque per la modifica della legge Bossi-Fini dopo i 300 morti di Lampedusa.
Prime misure concrete ieri in serata anche dal Consiglio dei ministri che ha approvato l'istituzione di un Fondo di 190 milioni di euro per fronteggiare «l'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale», mentre il fondo per l'accoglienza ai minori stranieri non accompagnati è incrementato di 20 milioni. Via libera poi a un decreto legislativo che concede ai rifugiati di ottenere il permesso di soggiornanti di lungo periodo.
Quei 300 morti nell'hangar dell'aeroporto sono un'immagine che non si dimentica; un pugno nello stomaco per Letta e Barroso che vanno via da Lampedusa con una serie di promesse assai impegnative e una certezza: il nodo dell'immigrazione, quell'esodo costante dai Paesi del Nord Africa, dall'area subsahariana e dal Medio Oriente squassati da guerre, fame, rivoluzioni, deve diventare tema centrale della politica europea. Al contrario, l'Ue non sarà altro che un palazzo di burocrati e il Mediterraneo una tomba per altri milioni di disperati.
Sono le 10 quando l'aereo presidenziale atterra sull'isola e il mare ha appena restituito i corpi di altre otto vittime. Alla fine della giornata ne avranno recuperati 14, facendo salire il totale a 302. Il tempo di ricevere il saluto del sindaco Giusi Nicolini e alle orecchie del premier e del presidente della Commissione europea, accompagnati dal commissario Cecilia Malmstrom e dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, arriva l'urlo dei manifestanti assiepati fuori dall'aeroporto, una decina di ragazzi: «Assassini, buffoni, vergogna. Andate a vedere come vivono i migranti nel Centro».
Una contestazione alla quale si aggiunge, davanti al Comune poco più tardi, quella dei pescatori e dei commercianti, esasperati da anni d'abbandono. «Questa è l'isola dei diritti negati» recita uno striscione che tutti vedono e leggono. Letta e Barroso non fanno una piega, sapendo bene che la politica ha fin troppe responsabilità in questa strage d'innocenti. E infatti appena arrivato in conferenza stampa il premier chiede scusa.
«Per le inadempienze e le mancanze del nostro Paese, del governo e delle istituzioni, rispetto a una tragedia come questa, una tragedia immane mai accaduta nel Mediterraneo». Parole che la Malmstrom fa sue sottolineando con un tweet che quelle bare nell'hangar non sono degne dell'Europa. Però è l'Europa che in questi anni ha lasciato sola l'Italia e soprattutto si è disinteressata completamente dei migranti. Barroso lo dice chiaramente: «Non possiamo più girarci dall'altra parte: l'Ue è con la gente di Lampedusa e dell'Italia; il problema deve essere percepito come problema dell'Europa. Tutti insieme possiamo fare qualcosa per impedire ed evitare che vi sia sofferenza e morte».
Il primo passo sono 30 milioni che, dice Barroso, l'Ue metterà a disposizione «per aiutare i rifugiati in Italia». Le altre cose da fare le decideranno le istituzioni europee nei prossimi incontri ma la road map imposta dall'Italia è già un mezzo successo, se è vero, come dice la Malmstrom, che ci sono voluti 14 anni solo per avere una politica comune sul diritto d'asilo. E proprio ieri sera il governo ha compiuto il primo passo in questa direzione: il decreto legislativo recepisce infatti la prima di tre direttive comunitarie di estensione della protezione internazionale e del diritto di asilo.
Altro passo avanti la proposta di modifica del reato di clandestinità introdotto col pacchetto sicurezza del 2002, firmata dai senatori grillini Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi in commissione Giustizia, è passata con il parere favorevole del governo, ma ha scatenato le proteste della Lega. Tecnicamente il discorso è un po' complesso, ma il risultato, spiegano i tecnici della giustizia di Pd e Pdl, è piuttosto chiaro e cioè: l'immigrato clandestino non commetterà più un reato. Il suo resterà, com'era prima, un illecito amministrativo che potrà essere punibile solo con un ordine di espatrio, ma non con l'arresto.
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