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Venerdì 27 Settembre 2013
Povero me, as-sediato
di Gianlorenzo Barollo
Sono inseguito, perseguitato da... una sedia. Non è un'allucinazione, ma un'ossessione nata nel web. La ritrovo sui banner della posta elettronica, ammicca in Google non appena digito una parola che inizia per «a» come arredo, «m» come mobile e naturalmente «s» come sedia.
Sono inseguito, perseguitato da... una sedia. Non è un'allucinazione, ma un'ossessione nata nel web. La ritrovo sui banner della posta elettronica, ammicca in Google non appena digito una parola che inizia per «a» come arredo, «m» come mobile e naturalmente «s» come sedia. Tutto è iniziato quando in una settimana di mal di schiena ho considerato l'acquisto di una sedia ergonomica.
E ho scoperto su internet che la flessibilità della seduta è proporzionale alla rigidità del costo. Ammetto d'aver indugiato un po' su un modello che mi pareva equilibrato nel rapporto qualità-prezzo. Tanto è bastato per stabilire il fatale legame. È come quei bastardini che da bambino ti trotterellavano dietro per scroccare il pasto. Ora non riesco più a sganciarmi dalla «mia» sedia.
Ieri guardavo su You tube un video del rocker Nick Cave - alieno da ogni idea di comfort - ed ecco che nel sottopancia dello schermo compare la fotina del bianco sedile. E guai ad avvicinarmi ad Amazon o Ebay: in orizzontale, verticale o diagonale, pop up o pin up spunta la sedia fatidica. Il colmo qualche giorno fa in autostrada, quando ricevo via sms l'invito a visitare un mobilificio in zona. Il mandante è chiaro: la sedia. Sa chi sono e dove sto, altro che privacy, è un Grande fratello a 4 gambe.
Come rompere «l'assediamento»? Non basta cedere alle lusinghe della sirena ergonomica sperando di passare da posseduto a possessore. Meglio chiodo scaccia chiodo: fingerò interesse per un set di coltelli giapponesi. Vediamo se la concorrenza le dà un taglio.
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