Homepage
Mercoledì 07 Agosto 2013
L'autogol da 120 milioni
Non dite a Draghi del Real
di Giorgio Gandola
In Inghilterra c'è un detto: «Il Purgatorio è come il Tottenham» dove si esplicita il concetto di limbo, qualcosa che non è una punizione ma neppure un trionfo. Niente scudetti e niente retrocessioni.
In Inghilterra c'è un detto: «Il Purgatorio è come il Tottenham» dove si esplicita il concetto di limbo, qualcosa che non è una punizione ma neppure un trionfo. Niente scudetti e niente retrocessioni; insomma un onesto quarto o quinto posto lontano dai riflettori.
Ma improvvisamente il Tottenham è diventato la squadra più citata del pianeta perché sta vendendo l'ala destra Gareth Bale al Real Madrid per 120 milioni di euro, numero mai pronunciato neppure per scherzo pur nel mondo sprecone e farfallone del pallone.
Del caso si stanno occupando calciofili e sociologi, ma ieri la discussione ha fatto un salto di qualità: Al Qaeda è entrata nel forum per sostenere che «si tratta di mercanti senza scrupoli, ebrei che saranno puniti per la loro avidità».
Così ha scritto in un blog Ahmed Al Dossari, leader yemenita della cellula di San'a. E si riferiva ai proprietari del club londinese. Lo stesso giocatore è stato minacciato di morte per l'imminente cambio di maglietta. Tutti addosso al Tottenham, ma nessuno che alzi un dito per criticare chi offre questa cifra, chi è disposto ancora una volta ad alzare l'asticella della follìa, vale a dire l'intoccabile Real Madrid.
Una società che opera sul mercato grazie ai prestiti delle banche spagnole, a loro volta salvate dalla Bce un anno fa con un'immissione di 250 miliardi di euro. Forse per far ripartire l'economia, di sicuro per comprare Bale. Meglio non dirlo a Mario Draghi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA