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Giovedì 01 Agosto 2013
La procura federale
è salita sul «tank»
La vicenda del carroarmato Sherman è tutt'altro che conclusa: il cingolato male utilizzato dagli ultrà dell'Atalanta ha procurato i deferimenti della società e di Migliaccio.
A noi, che mai siamo stati teneri e mai lo saremo con gli eccessi della curva, questa vicenda è sembrata fin dall'inizio una pesante manifestazione di goliardia da sagra e nulla più. Rientra fra i gesti censurabili, oggetto tutt'al più di approfondimenti antropologici da parte di qualche attempato professore. Ma non ci pare proprio che possa contenere ipotesi di reato, per giunta sportivo. Nel rivedere il filmato su Youtube, l'immagine più sconsolante arriva alla fine: un bambino che, non pago del passaggio del tank sulle carcasse delle auto con i colori di Brescia e Roma, si avvicina e tira un pugno sul cofano distrutto. Come se dovesse finire l'elefante ferito. Roba da calcio nel sedere, ma non da parte del procuratore, da parte di suo padre.
La vicenda marca una svolta teutonica della giustizia sportiva che avremmo auspicato durante la stagione agonistica davanti ad episodi di razzismo e violenza (fuori e dentro gli stadi) meritevoli di ben altro rigore. Siamo certi che con eguale fermezza saranno giudicati per frode sportiva la Lazio e il suo capitano Mauri.
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