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Mercoledì 10 Luglio 2013
Pasticcio all'italiana
Giorgio Gandola
Storiaccia italiana. Quello dell'espulsione della moglie e della figlia di 6 anni del principale dissidente del regime in Kazakistan, rimandate tra le fauci del presidente Nazarbaev, è un pasticcio dal quale non ci libereremo facilmente.
Storiaccia italiana. Quello dell'espulsione della moglie e della figlia di 6 anni del principale dissidente del regime in Kazakistan, rimandate tra le fauci del presidente Nazarbaev, è un pasticcio dal quale non ci libereremo facilmente.
La donna e la bimba abitavano a Casal Palocco, vicino a Roma, e due mesi fa la polizia le ha messe su un aereo destinazione Kazakistan perchè i loro documenti risultavano falsi. Tutto in due giorni, identificate-impacchettate-cacciate, come se fossero clandestine in Svizzera e non in Italia.
Il problema è che adesso si scopre che il loro passaporto era in regola e che il marito (e papà) Mucktar Ablyazov è rifugiato in Gran Bretagna dove era fuggito dalle torture del regime kazako. Madre e figlia, di conseguenza, sono state rispedite a colui che potrebbe usarle come ostaggi per riavere lui.
L'Italia rischia una figuraccia internazionale per aver rimandato in un paese illiberale due persone che rischiano la violazione dei diritti umani. Chi ha deciso il blitz? Non il ministro degli Esteri Bonino, che era all'oscuro di tutto e ha ha usato parole durissime: «Una figura miserabile».
Non il premier Letta, che ha annunciato «un'indagine interna». I firmatari (Pd) di un'interrogazione parlamentare accennano al ministro dell'Interno Alfano, agli affari petrolio-gas dell'Eni e ai rapporti fra Berlusconi e Nazarbaev. Intrigo internazionale, vedremo gli sviluppi. Certo è che mamma e figlia, per godere di maggiori protezioni in Italia, avrebbero dovuto essere almeno nipoti di Mubarak.
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