Homepage
Martedì 02 Luglio 2013
La Cia e Mick Jagger
Giorgio Gandola
«La Cia ci spia con l'aiuto della polizia». Dal dizionario del modernariato sessantottino arriva una frase in questi giorni terribilmente d'attualità, perché lo scandalo Datagate ci conferma che la Cia continua a spiarci anche senza aiutini.
«La Cia ci spia con l'aiuto della polizia». Dal dizionario del modernariato sessantottino arriva una frase in questi giorni terribilmente d'attualità, perché lo scandalo Datagate ci conferma che la Cia continua a spiarci anche senza aiutini.
E quella che mezzo secolo fa sembrava la solita boutade scandita da Mario Capanna, ecco che diventa un intrigo internazionale. Tutti spiati, soprattutto le ambasciate d'Italia, di Francia e di Grecia a Washington. Tutti furibondi, soprattutto il presidente Napolitano e Francois Hollande.
Ma anche i tedeschi non scherzano e la frase «Tra amici non ci si spia» sembra la sottolineatura morale della storiaccia. La Cia deve sempre trovare qualcuno a cui piazzare le cimici nei vasi di fiori. In attesa di sapere se il grande Orecchio s'interessava di terrorismo o di spionaggio industriale, è bene precisare che le gole profonde non brillano per chiarezza e credibilità.
Né Edward Snowden, bloccato all'aeroporto di Mosca come Tom Hanks nel film «Terminal»; né Wayne Madsen, l'ufficiale della marina militare che diede la notizia al quotidiano Guardian. Basta navigare sul web per scoprire certe sue false rivelazioni, fra le quali l'omosessualità di Obama.
Per ora una certezza: il Guardian ha tolto l'articolo incriminato dalle edizioni successive e al suo posto ha messo una foto di Mick Jagger. L'unico di tutti questi che le canta chiare da una vita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA