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Lunedì 24 Giugno 2013
La cassata siciliana...
con i suoi politici in eccesso
di Giorgio Gandola
«La Sicilia è un altro mondo», commenta trasognato il turista davanti a Mondello, davanti alla Valle dei Templi (dietro no, ci sono le abitazioni abusive), davanti all'acqua caraibica della Scala dei Turchi. È proprio un altro mondo.
«La Sicilia è un altro mondo», commenta trasognato il turista davanti a Mondello, davanti alla Valle dei Templi (dietro no, ci sono le abitazioni abusive), davanti all'acqua caraibica della Scala dei Turchi. È proprio un altro mondo. Lo dimostra anche un dato più ruvido. La Regione Sicilia ha ignorato i tagli decisi a livello nazionale, i Comuni hanno fatto lo stesso e il risultato è del tutto scontato: in questo momento laggiù ci sono 1.679 consiglieri che potremmo definire anomali o abusivi come gli orribili casermoni di Agrigento con vista sui templi immortali. I politici in eccesso non disobbediscono a nessuna legge, semplicemente sono il frutto di una decisione della Regione a statuto speciale, che ha deciso di non recepire «le norme statali in materia di riduzione del costo degli apparati politici amministrativi». E perché mai? «Perché queste norme - spiega la circolare dell'assessore alle Autonomie locali - refluiscono in maniera rilevante sullo status di amministratore locale e sull'assetto ordinamentale e organizzativo».
Era proprio lo scopo della legge: asciugare la pletora di poltrone e riorganizzare il lavoro. Dappertutto, ma non in Sicilia. Dove questa mancata applicazione costerà 140 milioni di euro al resto d'Italia, chiamato a coprire i buchi di bilancio della Regione. In questo l'autonomia chissà perché non vale.
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