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Lunedì 17 Giugno 2013
Gli azzurri piegano il Messico
Italia, «vavavuma!» (o quasi)
di Roberto Belingheri
In principio, fu l'Egitto. Confederations Cup 2009, in Sudafrica. Era la squadra che aveva vinto il Mondiale di Germania, quella dei «Fabi», Cannavaro e Grosso. E quella di Gattuso, l'epopea della semifinale, la testata di Zidane.
In principio, fu l'Egitto. Confederations Cup 2009, in Sudafrica. Era la squadra che aveva vinto il Mondiale di Germania, quella dei «Fabi», Cannavaro e Grosso. E quella di Gattuso, l'epopea della semifinale, la testata di Zidane.
Ecco: quella «squadretta» lì, rimessa insieme testardamente da Marcello Lippi, tre anni dopo affolla una First Class direzione Johannesburg. La prova generale del Mondiale 2010. Perché Lippi, al bis, ci credeva. Lui. Esordio con gli Usa, discreto 3-1. Vedi? Siamo ancora noi, si dicono gli azzurri. Infatti.
Una manciata di giorni dopo s'inchinano allo strapotere calcistico dell'Egitto. L'Egitto, nota corazzata del pallone. Già che c'erano, intuita l'antifona, gli azzurri di Lippi decisero che perso per perso tanto valeva perdere subito, e darsi al Billionaire. 3-0 dal Brasile e Firs Class di ritorno, destinazione vacanze. E buonanotte alla nota spese, in conto Figc. Stavolta, diciamolo piano, i nostri sembrano aver capito la lezione: se si va in giro, è meglio non raccattare figuracce anche se la competizione conta come il torneo degli amici della melanzana fritta.
Stavolta abbiamo spezzato le reni al Messico, cari muchachos, e ci apprestiamo a far sentire il peso della nostra classe - mai economica, neh - al Giappone. Poi ce la vedremo col Brasile. Intanto l'esordio ci ha fatto vedere che con la testa - più o meno - ci siamo. Prandelli ha messo insieme magari non una spider, ma un'onesta vetturetta. Come diceva quel tipo col sombrero? Hei gringo, la macchina... vavavuma!
Roberto Belingheri
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