Vetro del treno rotto con un pugno
Condanna a 6 mesi, 2.000 euro a Trenord

Un cinquantenne di Dalmine nel 2016 mandò in frantumi il vetro di una porta scorrevole di una carrozza del treno Milano-Bergamo, all’altezza della stazione di Lambrate. Condanna e risarcimenti confermati in Appello.

Un colpo di testa improvviso? O più semplicemente un gesto di stizza? Il processo milanese a carico di M.L.G., 50 anni, di Dalmine, che in un giorno feriale del marzo del 2016 infranse con un pugno il vetro di una porta scorrevole di una carrozza del treno Milano-Bergamo, all’altezza della stazione di Lambrate, non ha saputo trovare una risposta a quel gesto.

Un gesto per il quale, per fortuna, non fu necessario interrompere la corsa, con buona pace dell’esercito dei pendolari. Tuttavia, l’assenza di movente non ha evitato all’imputato la condanna: sei mesi di reclusione per danneggiamento aggravato. La condanna è stata confermata dai giudici della terza sezione della Corte d’appello del capoluogo lombardo e prevede anche che il cinquantenne di Dalmine risarcisca duemila euro a favore di Trenord, costituitasi parte civile nel procedimento. Per la cronaca, il risarcimento previsto equivale al costo sostenuto per la riparazione del vetro infranto da parte della società che gestisce il traffico ferroviario regionale, che l’anno scorso ha denunciato alla voce danni oltre otto milioni e rotti di euro. In soldoni, il costo di un treno nuovo a due piani e cinque carrozze.

A dire il vero, il «vandalo», che fu notato mentre seguiva nervosamente tre persone tra un vagone e l’altro, dopo il danno, nel momento in cui fu redatta la denuncia a suo carico aveva dato la disponibilità a risarcire il misfatto.

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