Cronaca / Hinterland
Giovedì 10 Gennaio 2019
Sta bene Alessandro, il bebè nato in casa
L’emozione del papà, ostetrico per necessità
Roberto «guidato» al telefono dal 118 per assistere al parto. Poi il trasporto in ospedale: mamma e bebè stanno bene «Fino a mezz’ora prima non c’era alcuna avvisaglia»
«Visto che il termine era stato il 3 gennaio, sapevamo che sarebbe dovuto accadere a breve, ma non immaginavamo così tanto a breve...». Ha il sorriso anche nello sguardo mamma Beatrice Bertocchi, impiegata di 23 anni, di Torre Boldone, mentre racconta l’«improvvisa» nascita del suo secondogenito Alessandro, venuto alla luce – sanissimo e di ben tre chili e 410 grammi di peso – in casa, sette minuti dopo le 2 della notte tra martedì e mercoledì 9 gennaio. Le prime avvisaglie meno di mezz’ora prima: «Fino a sera non avevo nulla – racconta, ancora incredula –: all’1,40 sono arrivate le prime contrazioni».
Così ha avvisato il marito Roberto Galata, corriere di 25 anni: il loro primogenito Andrea, 5 anni e mezzo, era a dormire dalla bisnonna. «Abbiamo iniziato a preparare le varie cose per uscire e venire qui in ospedale – aggiunge la neomamma –. Ma a un certo punto ho detto a Roberto che stava per nascere, lì in quel momento. Mi è venuto naturale spingere e gli ho detto di chiamare il 112».
Al telefono un’operatrice della centrale Areu dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo gli ha spiegato per filo e per segno cosa fare: «In verità nulla di particolare, se non seguire la normale procedura in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, giunta due o tre minuti dopo la nascita di Alessandro – aggiunge mamma Beatrice –. È stata un’emozione davvero unica e indescrivibile. Eravamo in sala, è successo davvero tutto rapidamente. Appena Alessandro è nato, Roberto l’ha preso e me l’ha messo tra le mie braccia. Arrivata l’ambulanza, il personale del 118 è stato molto gentile e ha avvolto Alessandro in una copertina. Dopodiché ci hanno portato qui».
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