Cronaca / Hinterland
Venerdì 05 Ottobre 2018
Sparito nel nulla dopo l’agguato alla ex
Delitto di Scanzo, il giallo del camper
Una settimana fa il tentato omicidio a Negrone: la donna resta grave. Il marito sarebbe ancora in zona, aiutato da qualcuno.
Gira tutto attorno a un camper il giallo della scomparsa di Salvatore D’Apolito, il cinquantenne di origine foggiana che giovedì scorso a Negrone ha sparato 6 colpi di pistola all’ex moglie Flora Agazzi, 53 anni, ferendola gravemente con tre. A distanza di una settimana dall’agguato, dell’uomo – di professione piastrellista, residente a Villasanta, vicino a Monza, qualche piccolo precedente di polizia – non c’è traccia: sembra sparito nel nulla. All’appello manca la Vespa 50 Special con la quale ha raggiunto via San Pantaleone, teatro dell’agguato, e con la quale si è poi allontanato, perdendo la marmitta e pure una parrucca che aveva maldestramente indossato, nel tentativo di non farsi riconoscere, evidentemente non dalla ex ma da eventuali testimoni. E non si trova nemmeno un vecchio camper che D’Apolito aveva acquistato tempo fa e che potrebbe aver utilizzato per scappare. O per mescolare le carte: gli inquirenti infatti non escludono che il cinquantenne si trovi in realtà ancora nella Bergamasca, forse aiutato da qualcuno. Le ricerche del camper anche fuori provincia hanno infatti dato esito negativo. Il mezzo non sarebbe mai transitato dai confini italiani verso la Svizzera e l’Austria e nemmeno avrebbe mai imboccato autostrade a pagamento. Non sarebbe stato visto nemmeno in Puglia, regione d’origine del cinquantenne. Forse lo ha semplicemente nascosto da qualche parte qui nella Bergamasca, dove pure potrebbe trovarsi lo stesso D’Apolito.
Col passare dei giorni, inoltre, sembra sfumare l’ipotesi che l’ex marito di Flora Agazzi – tuttora ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – possa essersi tolto la vita, come aveva minacciato in un manoscritto di una pagina trovato dai carabinieri di Bergamo durante una delle perquisizioni a casa sua, a Villasanta. Secondo gli inquirenti – coordinati dal pm Davide Palmieri – D’Apolito ha pianificato l’agguato nei minimi dettagli e non avrebbe fatto altrimenti se avesse avuto l’intenzione poi di farla finita. Anche il testo a casa potrebbe essere un depistaggio predisposto a priori, oppure uno sfogo risalente a tempo prima.
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