Smantellata rete di trafficanti: 17 arresti
La droga passava anche da Dalmine

Cocaina dall’Olanda e hashish dal Marocco per poi venderle nelle piazze dello spaccio di Milano. A Dalmine fermato un corriere con 128 chili di hashish.

La Polizia di Stato di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 17 persone, tutte di origine marocchina, indagate per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile hanno consentito di disarticolare una rete criminale composta da più cellule di trafficanti di droga, attive nel territorio della provincia milanese, che importavano ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. A seconda della cellula, venivano importate cocaina dall’Olanda e hashish dal Marocco, per poi essere commercializzate nelle piazze di spaccio di Milano.

L’attività investigativa ha avuto inizio nei primi mesi dell’anno 2016, quando l’attenzione degli investigatori si è incentrata su un marocchino, indiziato di trafficare stupefacenti nella città di Milano. Nel corso della fase operativa delle indagini, gli agenti della Polizia di Stato hanno effettuato complessivamente 8 arresti in flagranza di reato e sequestrato circa 24 chili di cocaina, 262 chili di hashish e 0,5 chili di eroina.

L’operazione che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per 17 marocchini accusati di traffico internazionale di droga, ha unito due indagini chiamate «Sciattaba» e «Nagiah», rispettivamente «la spazzata» e «la vittoria», parole arabe scelte dagli investigatori della Squadra mobile per descrivere lo sradicamento delle tre cellule di trafficanti individuate. A capo del gruppo principale c’era il 61enne Abdelhark El Khayatty, definito dagli agenti un insospettabile: era regolare in Italia e lavorava come receptionist in un importante ostello del centro di Milano. Altra figura di spicco è il fratello, che secondo quanto emerso gestiva gli affari dall’Olanda.

La droga arrivava a Milano all’interno di un’Audi A4 guidata dal 41enne Rachid El Bouazzoui, detto «carciofino», l’uomo che ha dato il via suo malgrado all’indagine. Gli uomini della Mobile, infatti, lo monitoravano da tempo e il 14 aprile 2016 lo hanno sorpreso a fare da corriere per un carico di 128 chili di hashish arrivati a Dalmine (Bergamo) dopo essere partiti dal Marocco e aver attraversato Spagna e Francia.

Gli agenti hanno tentato di fermarlo al raccordo tra tangenziale ovest e casello della A7 ma lui è scappato dando inizio a un inseguimento terminato alla fermata della metro di Famagosta, dove è riuscito a sparire fuggendo a piedi. Venne però recuperata la sostanza nella vettura. El Bouazzaoui verrà poi preso il 21 luglio di quell’anno in via Parenzo, a Milano, con 72 chili di hashish e 1,2 chili di cocaina che nascondeva tra appartamento e auto. Nei mesi precedenti, in occasioni diverse, vengono arrestati altri sei marocchini con mezzo chilo di eroina, 17 chili di cocaina e 107mila euro, 30 chili di hashish.

Il secondo gruppo di trafficanti trattava principalmente cocaina e il capo era in Olanda, dove ci sono alcuni dei maggiori porti di snodo dei carichi provenienti dal Sudamerica. A Rotterdam gli investigatori hanno individuato un’officina dove venivano modificate le auto per il trasporto della droga all’interno di scomparti segreti. Lì era stata «truccata» la vettura guidata dal 51enne Alì Bakkali, arrestato il 26 febbraio 2017 dai poliziotti di Vipiteno (su indicazione della Mobile) perché nel passaruota c’erano 4,6 chili di cocaina destinata alle piazze di Milano. Attraverso le intercettazioni è emerso infine il terzo gruppo attivo nella zona est del capoluogo lombardo: il 15 ottobre 2016, a Rodano (Milano), sono stati sequestrati 31 chili di hashish in un’auto che serviva da deposito e per le consegne «rapide».

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