Cronaca / Hinterland
Mercoledì 08 Giugno 2016
«Se ne è andato l’umile guerriero»
Addio al volontario Franco Pini
«Il nostro umile guerriero è partito per un nuovo viaggio, sereno e consapevole d’aver avuto una vita piena spesa al servizio degli altri». La figlia Susanna Pini, vicesindaco di Ponteranica, annuncia la scomparsa del papà, il volontario Franco Pini, molto conosciuto nella Bergamasca.
Franco Pini è morto mercoledì 8 giugno nella sua casa a Ponteranica. Classe 1932, scout e alpino doc, Pini era un missionario laico ispirato dal comandamento evangelico dell’amore verso il prossimo che con passione e impegno ha trasformato un piccolo villaggio in Kenya in una vera e propria cittadella fornita di servizi utili per la sua popolazione. Dalla desolazione di 36 anni fa Franco Pini ha reso Nyagwethe un centro di 4.000 abitanti con ospedale, acquedotto per l’acqua potabile, asilo, scuola elementare, scuola tecnica, liceo, market per la vendita dei prodotti locali e negozietti per i commercianti, trattoria usata anche come luogo di incontro per la popolazione, casa d’accoglienza per chi vuole trascorrere una vacanza all’insegna della solidarietà, chiesa costruita dagli abitanti.
Ecco un video realizzato nel 2014 da Bergamo Tv sulla storia di Franco Pini.
Con nessun aiuto da istituzioni pubbliche e private, ma attingendo da se stesso e dalla generosità di tanti bergamaschi, Pini «si è arrangiato» per migliorare le condizioni di un piccolo angolo del nostro mondo. Non dimenticando mai la sua Ponteranica: per oltre 30 anni ha fatto il pendolare Ponteranica-Nyagwethe, sei mesi qui, sei mesi là. E quest’anno, da vero alpino, era stato ad Asti per partecipare all’Adunata nazionale delle penne nere.
Da giramondo a tuttofare: ha costruito (l’acquedotto, l’ospedale, le scuole, il mercato, una chiesa) ma ha anche curato (opera, fa protesi dentali, fa partorire), dando lavoro alla popolazione locale e facendo diventare il villaggio (passato da 700 a 2.500 abitanti) un modello per tutta la regione di Nyanza.
«Come è stato possibile tutto questo?», gli abbiamo chiesto qualche anno fa. «Il lavoro, la Provvidenza e la famiglia – aveva risposta –. Mi inchino alla bontà e comprensione di mia moglie Rosetta e alla ammirevole collaborazione dei miei quattro figli, Susanna, Davide, Isacco e Simone». «La vita è bella, me lo ripeto tutte le mattine» ci aveva ancora risposto. Hakuna matata, direbbero nella sua Africa. E così lo salutiamo anche noi.
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