Prostituzione minorile, 11 arresti
Tra loro un vigile e un allenatore

Oltre al parroco di Solza, ai domiciliari un assicuratore e un impiegato di Bergamo. L’agente in servizio a Boltiere, il mister è dell’Acos di Treviglio. Contatti via Facebook e cellulare.

Sono in tutto undici le persone indagate con l’accusa di prostituzione minorile nell’inchiesta della Procura di Brescia che ha fatto luce su una serie di presunti incontri a luci rosse con ragazzi di 16 e 17 anni: degli indagati – che sono tutti ai domiciliari da mercoledì mattina – cinque sono bergamaschi, ai quali se ne aggiunge un sesto che non è stato ancora rintracciato.

Oltre al parroco di Solza, don Diego Rota, 45 anni (sostituito dalla Curia da un amministratore parrocchiale), sono finiti ai domiciliari un agente della polizia locale di Boltiere (e, grazie a una convenzione, anche a Premolo, Parre, Gorno e Oneta) Egidio Bosio, 54 anni, di Albino ed ex guardia giurata, un allenatore delle giovanili dell’Acos di Treviglio, Cristian Zilli, 42 anni e, mister degli «Allievi 1999», Pier Luigi Rossi, 49 anni, assicuratore di Bergamo, ed Ettore Tucci, 40 anni, sardo residente a Bergamo, impiegato in una ditta che lavora acciaio e volontario, peraltro stimato, del gruppo alpini di Fiorano al Serio.

Oltre a loro, il giudice per le indagini preliminari di Brescia Alessandra Sabatucci ha disposto i domiciliari (il pm Ambrogio Cassiani aveva chiesto il carcere) per Francesco Bellone, 46 anni, di Muggiò, in provincia di Monza e Brianza, Sergio Madureri, 59 anni, residente a Parma, dove lavora in un’azienda che produce salumi, Renato Ernesto Messina, 52 anni, trapanese residente a Vigevano, nel Pavese, Massimo Zoli, milanese di 45 anni, residente nel quartiere Gallaratese del capoluogo lombardo, Gerardo Morana, 47 anni, nato e residente a Cinisello Balsamo, nel Milanese, Claudio Tonoli, bresciano di 55 anni, residente a Collebeato.

Degli undici indagati, solo due erano già conosciuti alle forze dell’ordine per analoghi fatti: vale a dire il milanese Messina, risultato gravato da una condanna a sette anni di reclusione per violenza sessuale aggravata nei confronti di un minorenne, e il bresciano Tonoli, fermato nelle scorse settimane dalla polizia locale di Montichiari perché cercava rapporti sessuali con minorenni pur sapendo di essere affetto da Hiv.

I carabinieri di Brescia hanno iniziato a indagare, scoprendo che, dal 2014 in avanti, almeno cinque ragazzini di 16 e 17 anni (dei quali non forniamo alcun ulteriore dettaglio, visto che si tratta appunto di minorenni), tra loro amici (e due tra loro fratelli), dopo essersi iscritti sul sito internet di incontri «Badoo» – mentendo sulla loro età, visto che l’iscrizione è riservata ai soli maggiorenni – sarebbero stati contattati da alcuni maggiorenni, in vista di successivi incontri reali e con i quali avevano poi intrattenuto contatti via messaggi e chat su Facebook e cellulare.

«Volevamo soltanto prendere in giro i gay», hanno raccontato agli inquirenti gli stessi ragazzini, una volta fermati e sentiti in caserma – la prima volta lo scorso agosto –, spiegando di essere intenzionati soltanto a rubare i soldi agli adulti che incontravano, senza andare oltre. E, in effetti, in alcuni casi è accaduto così. Inoltre, quando di persona ammettevano di essere minorenni, visto che la loro età era «direttamente percepibile», come scrive il gip nell’ordinanza, alcuni adulti si tiravano indietro. Con altri, invece, gli approcci si spingevano oltre, stando alle accuse, sfociando in incontri sessuali. Che avvenivano dietro il pagamento da parte degli odierni indagati (che tra loro non si conoscevano), di cifre tra i venti e i cento euro, ma anche con regali come cellulari, cene e pranzi in fast food. Gli incontri con gli indagati (tutti riconosciuti dai ragazzini nelle foto segnaletiche) sarebbero stati un centinaio: avvenivano in auto, in parcheggi nei pressi dell’Unes e dell’Iper di Seriate, oppure nelle vicinanze del cimitero di Bergamo o dietro il teatro Gavazzeni, sempre a Seriate. Ma anche, per esempio, a casa del vigile o in un appartamento di Stezzano in uso all’allenatore di Treviglio.

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