Cronaca / Hinterland
Martedì 17 Marzo 2020
La beffa del comune di Zanica
Vince in tribunale ma niente soldi
Vincere non basta, bisogna saper portare a casa il «premio». Nel caso del Comune di Zanica la vicenda ha il sapore della beffa perché il contenzioso avviato con la Bcc Bergamasca per il mancato adempimento della lottizzazione «Ceresola» l’ ha vinto ben due volte: di fronte al Tar e al Consiglio di Stato. Ma quando è passato alla cassa, è rimasto a bocca asciutta. Il Tar infatti ha ritenuto infondata la richiesta perché non è possibile avere prova del danno reale. Intanto i terreni sono passati di mano: ora lì si sta costruendo lo stadio dell’ AlbinoLeffe.
Pur avendo vinto due volte la causa contro l’allora Bcc - Banca della Bergamasca (nel 2009 davanti al Tar e nel 2019 davanti al Consiglio di Stato), al Comune di Zanica non spetta alcun risarcimento per il mancato adempimento della lottizzazione «Ceresola».
Si tratta dell’ area di via Comun Nuovo su cui si oggi si sta costruendo lo stadio dell’ AlbinoLeffe, la cui tribuna è ormai in fase di completamento. Ma che nella vecchia convenzione del 1990 doveva diventare una cittadella sportiva con piscina, palestra, campi da calcio e da tennis e la possibilità di utilizzo da parte dei residenti.
A decretarlo, con sentenza pubblicata lo scorso 9 marzo, è il Tar di Brescia a cui il Consiglio di Stato aveva rinviato la decisione in merito al risarcimento.
Scaduta la convenzione del 90, nel 2000 ne venne stipulata una seconda che restò ugualmente sulla carta. Così il Comune ricorse al Tar mentre la banca (proprietaria dal 1992 al 2006) vendette l’ area a diversi privati, tra cui l’ AlbinoLeffe, proprietario di una parte della lottizzazione dal 2008. Il Tar di Brescia, nel 2009 aveva ritenuto ancora valida la prima convenzione, condannando in solido vecchi e nuovi proprietari a risarcire il Comune per il mancato adempimento e, pochi mesi fa, il Consiglio di Stato aveva confermato tale decisione rinviando allo stesso Tar la quantificazione del danno che il Comune, a suo tempo, aveva quantificati in otto milioni e mezzo di euro.
Ma il Tribunale amministrativo ha considerato «infondato» il ricorso affermando che, pur in presenza dell’ inadempimento da parte della banca, non è possibile raggiungere la prova dell’ effettivo e reale danno. Sempre la sentenza ha rilevato come, anche se non tutte le strutture sportive previste nella convenzione del 1990 sono state realizzate, nel corso di questi anni «le strutture esistenti sono state messe a disposizione a titolo gratuito delle molteplici parti richiedenti (Amministrazione comunale e scuole di Zanica incluse), pertanto nessuna lesione patrimoniale risulta essersi realizzata a danno dei suddetti soggetti, a seguito della mancata completa realizzazione delle strutture sportive». Quindi, nessun risarcimento è dovuto. «Prendiamo atto con rammarico - è il commento del sindaco Luigi Locatelli che non esclude la possibilità di appellare la sentenza - che nonostante l’ accertata responsabilità della banca nei confronti del comune, questa pronuncia del Tar è a nostro sfavore. Ci chiediamo, però, come era possibile definire su base certa il danno, se non facendo una valutazione ipotetica. E poi, come è pensabile credere che la banca abbia potuto assolvere ai suoi doveri concedendo, solo qualche giorno all’ anno a società sportive e scuole, quel poco che c’ era? Sono domande che restano senza risposta, o meglio con risposte che non ci piacciono, ma le sentenze si rispettano. Prendiamo però atto della beffa giunta a destinazione con venti anni di ritardo, per cui, a fronte di un acclarato inadempimento contrattuale, il soggetto inadempiente se la cavi, per ora, con un buffetto sulla guancia, consapevoli che ancora non è detta la parola fine a questa annosa vicenda».
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