Cronaca / Hinterland
Giovedì 02 Febbraio 2017
Studente con 20 dosi di marijuana
Controlli nelle scuole a Dalmine
Ancora studenti segnalati amministrativamente quali assuntori di stupefacenti dopo i nuovi controlli dei carabinieri nelle scuole bergamasche. I militari questa volta sono andati a Dalmine e hanno denunciato per spaccio anche un 20enne.
I controlli giovedì mattina 2 febbraio: i carabinieri della Compagnia di Treviglio, unitamente ad un’unità cinofila del Nucleo di Orio al Serio, a campione hanno eseguito altri controlli antidroga nelle scuole e precisamente in alcuni IstitutisSuperiori di Dalmine.
Nell’ambito delle attività istituzionali svolte per il contrasto delle attività delittuose connesse allo spaccio di sostanze stupefacenti, in accordo con i dirigenti scolastici degli istituti interessati, i militari hanno così effettuato delle visite ispettive in alcune classi, il tutto principalmente con l’obiettivo preventivo di disincentivare qualsivoglia attività di spaccio di droga nelle scuole.
In un primo Istituto è stato trovato uno studente in possesso di una modica quantità di hashish per uso personale (alcuni grammi), il tutto posto sotto sequestro amministrativo dai carabinieri. Per lo studente maggiorenne scatterà quindi il previsto deferimento alla Prefettura di Bergamo per le sanzioni e gli interventi amministrativi di competenza previsti dalla normativa di riferimento. Altro stupefacente, sempre pochi grammi, è stato addirittura recuperato dal coordinatore dell’Istituto all’interno della Scuola e consegnato ai carabinieri.
In un secondo Istituto è stato individuato invece un altro studente 20enne che, a seguito di perquisizione domiciliare estesa dai carabinieri, è stato trovato in possesso di 20 dosi di marijuana già divise all’interno della carta stagnola, per un totale di circa 16 grammi, oltre che di un bilancino digitale di precisione. Nei confronti dello studente è quindi scattata la denuncia penale a piede libero per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I carabinieri ritengono che lo stupefacente rinvenuto a casa servisse per essere poi spacciato direttamente a scuola.
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