Il delitto di Albano, caccia ai killer
«Atto dimostrativo della mafia cinese»

Gli inquirenti sono sempre più certi che l’omicidio di Zhijun Hu, 23 anni, sia un regolamento di conti riconducibile alla mafia cinese. E che i killer abbiano volutamente fatto ritrovare il cadavere per mettere bene in chiaro cosa succede a chi sgarra.

Un «atto dimostrativo» lo definiscono gli investigatori che da venerdì mattina stanno indagando sulla terribile fine di Zhijun. Un ragazzo mingherlino, lo descrive chi l’ha conosciuto, «sembrava un ragazzino», tutto casa e lavoro. Molto più lavoro che casa, stando a quanto hanno raccontato i clienti della sala slot «Las Vegas» di via Cavour dove il ragazzo lavorava dal giugno 2013. «Apriva alle 10 e chiudeva a mezzanotte, spesso mangiava anche dietro al bancone cucinando su un fornelletto a gas» racconta un vicino.

Chi l’ha ucciso lo ha sequestrato giovedì sera mentre stava chiudendo la sala slot (è stato visto pulire per terra alle 22), lo ha caricato in auto e lo ha portato in un luogo ancora sconosciuto dove l’ha incaprettato, gli ha tappato la bocca con il nastro adesivo e gli ha sparato due colpi di pistola di grosso calibro nella schiena, da una decina di centimetri di distanza. Un’esecuzione in piena regola.

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