Fa ricorso per 5 euro
Deve pagarne più di 300

Quando la battaglia è per principio, non scoraggia una sentenza negativa. Si va avanti, anche se, per cercare di riottenere 5 euro e 78 centesimi dal proprio Comune, si sono già spesi circa 400 euro in spese legali.

Succede a Torre Boldone, dove Alberto Ronzoni, consigliere comunale di minoranza (di professione avvocato), insieme ad un privato cittadino (Maurizio Zola) che si è reso disponibile per una causa pilota, combatte una vecchia questione che riguarda tutti i Comuni della nostra provincia e di conseguenza, tutti i portafogli dei cittadini. Ronzoni, in qualità di consigliere comunale non ha potuto fare causa per chiedere un rimborso perché motivo di decadenza dalla carica, da qui il coinvolgimento di un simpatizzante alla causa. Ma il sindaco di Torre Boldone la vede da un altro punto di vista: «È un modo di fare opposizione agli uffici con i soldi dei cittadini, intasando l’attività amministrativa per anni» sbotta Claudio Sessa.

Al centro il tributo provinciale per l’igiene ambientale (leggi tassa rifiuti) relativo a quasi 10 anni fa (da aprile 2006 a febbraio 2008), 36 mila euro raccolti dal Comune di Torre Boldone (circa 6 euro a bolletta) e versati alla Provincia. Soldi che i cittadini avrebbero versato ingiustamente secondo Ronzoni. È di ieri la sentenza del giudice di pace che da un lato revoca un decreto ingiuntivo di febbraio 2015 (a cui il Comune si era opposto) e dall’altro condanna il privato cittadino a «rifondere le spese di lite liquidate in euro 25 e 300 euro per compenso professionale, oltre rimborso forfettario, cpa e Iva». «Impugneremo la sentenza per far accertare che la competenza è del giudice di pace», annuncia Ronzoni. Tutta la vicenda su L’Eco di Bergamo in edicola il 12 marzo.

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