Campione di scacchi a 9 anni: difenderà l’Italia ai Mondiali

La storia. Leonardo Vincenti, miglior under 10 italiano, designato dalla Federazione ad andare in Georgia: «Mi piace giocare contro i più grandi»

La sua passione più grande? Sfidare alla scacchiera i campioni di tutte le età, per diventare sempre più forte. E il più bravo, lui, lo è diventato davvero, almeno tra i giovanissimi scacchisti della sua età. Si chiama Leonardo Vincenti, ha appena 9 anni, abita a Mozzo e tra gli under 10 italiani è il migliore per distacco, tanto che la federazione nazionale lo ha invitato a partecipare come unico rappresentante azzurro della sua categoria ai prossimi campionati mondiali in programma a settembre in Georgia.

Una passione nata da quando aveva due anni

L’interesse di Leonardo per gli scacchi nasce da piccolissimo, «e noi lo abbiamo sempre assecondato», dice papà Francesco, che in questo fine settimana è insieme al figlio a Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine, per un torneo nazionale.

«Leonardo - dice il padre Francesco - non è un genio, ma un ragazzino come tutti gli altri, che è riuscito a sfruttare le enormi potenzialità che i bambini hanno nei primissimi anni della loro vita»

«Fin da quando Leo aveva due anni, gli abbiamo proposto giochi ed esercizi di potenziamento cognitivo, tra i quali c’erano anche gli scacchi – spiega Francesco –. Sono giochi che tutti i bambini possono fare e che a quella età sono molto importanti per lo sviluppo della loro mente. Leonardo non è un genio, ma un ragazzino come tutti gli altri, che è riuscito a sfruttare le enormi potenzialità che i bambini hanno nei primissimi anni della loro vita». Appassionato anche di tennis, calcio, arrampicata e nuoto, il piccolo Leo ha però scelto di avventurarsi tra pedoni, torri, cavalli, alfieri, re e regine. Al suo primo torneo ufficiale, l’anno scorso ad aprile, Leonardo Vincenti ha portato a casa la vittoria ai campionati provinciali di Milano. In cerca di una società durante i mesi della pandemia, Leo e la sua famiglia hanno trovato nell’Accademia Scacchi di Milano un’opportunità per partecipare a corsi e tornei anche in presenza, e lì si è iscritto il piccolo campione bergamasco. Negli ultimi 12 mesi ha partecipato a 33 tornei, quasi tutti contro avversari molto più grandi e forti di lui. «Lo fa perché vuole migliorarsi – racconta il papà –, anche se alcuni di questi non sono alla sua portata». I piazzamenti gli hanno fatto scalare il ranking nazionale e internazionale, e oggi è in corsa per raggiungere quota 2mila punti (ne ha attualmente 1.849) per candidarsi a «maestro». Intanto Leo è stato il più giovane in assoluto a raggiungere la prima categoria a livello nazionale a soli 9 anni. Ai Mondiali in Georgia, in programma dal 15 al 28 settembre, il campioncino di Mozzo è attualmente undicesimo tra le teste di serie, su circa 140 partecipanti.

Prima di partire un saluto ai compagni di scuola

«Sto solo cercando di portare avanti la mia passione - dice Leonardo-. Mi diverto e trovo stimolante giocare con persone di tutte le età e abilità, per provare a batterle»

«Sto solo cercando di portare avanti la mia passione – dice Leonardo, tra una partita e l’altra del torneo di Lignano Sabbiadoro –. Mi diverto e trovo stimolante giocare con persone di tutte le età e abilità, per provare a batterle». Prima di partire per la Georgia, il piccolo Leo avrà il tempo per salutare i suoi compagni di quinta elementare all’Imiberg di Bergamo, che ritroverà a fine mese dopo i campionati del mondo. Ma al suo rientro, oltre la scuola, lo aspetteranno anche mesi di allenamenti. «Stiamo cercando di costruire qualcosa d’importante con un team serio – dice ancora Francesco, il papà di Leonardo –. Lui si allena ormai un paio d’ore tutti i giorni, sia online che sui libri, anche se preferisce allenarsi al pc. Personalmente assorbo le passioni dei miei figli, le assecondo e mi appassiono anch’io. Sono molto felice che Leonardo abbia saputo esprimere bene la sua. Il campionato mondiale? Una sorpresa, sì, ma fino a un certo punto: la federazione italiana non ha fatto altro che riconoscere il suo merito».

© RIPRODUZIONE RISERVATA